L’alluvione in Emilia Romagna ha inflitto pesanti danni al settore economico regionale, a partire da quello agricolo, con il frutteto romagnolo a forte rischio di sopravvivenza nell’immediato.
La prima stima di Confagricoltura Emilia Romagna parla di danni fino a 6.000 euro a ettaro per i seminativi(grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, orticole e colture da seme) e 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti.
Il calcolo non comprende le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquiditàfinalizzate a far ripartire l’attività.
Le operazioni colturali sono sospese, in un momento cruciale dell’annata agraria, pure i trattamenti andando così ad aumentare il rischio di fitopatie future. Particolarmente critica la situazione nella dorsale appennina, dove i movimenti franosi non sono assestati. Si segnalano frutteti e vigneti trascinati a valle dagli smottamentima irraggiungibili, poderi distrutti, allevamenti isolati.
Per Coldiretti Ravenna si stimano in circa centomila gli ettari alluvionati nelle oltre 3.000 aziende agricole della provincia. Il problema, oltre per frutteti, orticoli e seminativi è anche per le aziende zootecniche, alle prese con il mangime bagnato, gli animali spesso in stalle allagate e a rischio di annegamento e con la fornitura di acqua potabile per l’abbeveramento interrotta.
L’alluvione in Emilia Romagna non tarderà a fare sentire i suoi effetti sui prezzi dell’ortofrutta sui banchi dei supermercati, contribuendo a tenere alta l’inflazione. Secondo il presidente di Italmercati, la rete nazionale dei mercati all’ingrosso, Massimo Pallottini, «l’aumento dei prezzi di frutta e verdura che vediamo in questi giorni non è legato alla calamità naturale dell’Emilia Romagna, in quanto ora la domanda nazionale di frutta e verdura proviene da altre aree. L’alluvione ha distrutto i prodotti di stagione come pere, mele, susine, kiwi e vigne, in piena fase di maturazione e vi sarà una generale diminuzione della qualità e della quantità di questi prodotti solo a partire dalle prossime settimane. Questo porterà a un conseguente incremento dei costi e dei prezzi nel proseguio di stagione».
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