Il turismo ha ripreso la sua crescita vigorosa ed ecco che si riaffacciano anche le vecchie magagne del settorenel corso dell’assemblea di Federalberghi di Bergamo: dalla mancanza di lavoratori all’eccesso di presenze turistiche in determinate località e in certi periodi, passando per il sempre vitalissimo abusivismo.
Secondo un rapporto di Sociometrica illustrato all’assemblea di Federalberghi, sono superiori a 57 miliardi di euro i consumi turistici realizzati nel 2022nei primi 500 comuni italiani a vocazione turistica, di cui l’88% (50,3 miliardi) relativi a presenze ufficiali, ma il 12% (6,8 miliardi) relativi a presenze non registrate, e dunque in larga parte abusive, che non generano gettito fiscale e contributi sociali. I pernottamenti non rilevati, che rappresentano il 23,6% dei flussi turistici, generanosolo l’11,9% dei consumi e, di conseguenza, un’analoga percentuale nella creazione di ricchezza e di occupazione.
«Abbiamo la responsabilità di far capire quanto conta il turismo nel concreto della vita quotidiana di molte delle nostre comunità. Lo studio che presentiamo è ricco di informazioni, di valutazioni sui meccanismi economici che sovrintendono all’economia dell’ospitalità, di stime dei flussi che non sono ancora registrati nelle statistiche ufficiali – dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -. L’albergo è il fulcro su cui gioca tutta la grande macchina dell’ospitalità. Il suo valore non sta semplicemente nei suoi fatturati, nella sua economia in senso stretto, ma negli effetti espansivi che è in grado di diffondere sugli altri settori».
Per Bocca il settore dell’ospitalità «offre questi dati alla riflessione dell’opinione pubblica affinché venga riconosciuto il giusto valore ad un settore che ha attraversato momenti difficilissimi, ma che adesso vuole rialzarsi e superare ogni record».
Il problema della ricettività “nera” è commentato anche il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, che si prepara alla prova Giubileo: «a Roma hanno già riaperto moltissimi hotel che erano stati chiusi durante la pandemia, molti hanno già ristrutturato e sono di fascia medio-alta. Quindi ci sentiamo tranquilli come capienza e sereni sul fatto che riusciremo ad accogliere tutti. Parliamo di circa 1.200 alberghi più tutta la ricettività complementare e anche quella abusiva. Anzi possiamo dire che quella abusiva è molto più grande di quella ufficiale: rappresenta quasi 2/3 in più di quella che ha un’autorizzazione. Nel 2019, a fronte di 34.000 appartamenti offerti sui vari siti, il comune aveva emesso licenze compresi gli alberghi e la ricettività extralberghiera regolare per 11.000. Oggi la tendenza si è un po’ modificata in diminuzione siamo a circa 23.000. Non nascondo che questa è una grande fonte di preoccupazione per noi e ne parleremo, appena possibile, con il prefetto che si è appena insediato».
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