Bye-bye Schlein: pure Cottarelli molla il Pd (e il seggio senatoriale)

Pure l’economista molla la neo segretaria dell’Armocromia, colpevole di non valorizzare il merito nel partitone democratico sempre più spostato a sinistra.

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Bye-bye Schlein

Bye-bye Schlein: pure l’economista indipendente Carlo Cottarelli si è stufato del nuovo corso sbilanciato a sinistra della neo segretaria dell’Armocromia, Elly Schlein, che punta ad un Pd decisamente più massimalista e, probabilmente, comunista, buttando alle ortiche i tentativi dei suoi recenti predecessori di farne una formazione politica europea di stampo progressista e laburista.

L’addio alle truppe democratiche di Cottarelli rischia di non rimanere isolato: altri s’apprestano a far bye-bye Schlein, a partire dall’area centrista del partito, quella porzione di personaggi reduci dall’ala sinistra della fu Democrazia Cristiana che si erano fusi a freddo con i cocci del Pds, facendone nasce un ibrido che non è mai riuscito ad essere né carne né pesce.

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Il problema di Schlein è il suo posizionamento decisamente più a sinistra del partito, tanto da aver imbarcatoquanto rimane dei comunisti di Articolo Uno a partire dal mai dimenticato smacchiatore di giaguari, Pier Luigi Bersani, e dall’artefice del disastro pandemico italiano, l’ex ministro alla salute Roberto Speranza.

L’aver imbarcato l’area più massimalista dell’arcipelago a sinistra non sembra essere un buon guadagno per la neo segretaria dell’Armocromia e la scopertura al centro del Pd rischia di essere una prateria per tutti quei centristi delusi che in tempi non sospetti hanno abbandonato il Pd, dall’Azione di Carletto Calenda all’Italia Vivadel rottamatore (o mostro), Matteo Renzi, che hanno la possibilità di allargare le proprie fila, specie in termini di rappresentanza parlamentare per costituire gruppi autonomi singoli e poter continuare ad incassare i contributidel finanziamento pubblico destinato ai gruppi (ormai vera cinghia di trasmissione finanziaria per l’attività dei partiti).

Per un Cottarelli che va, mollando anche il seggio (e la relativa indennità) per tornare ad insegnare all’Università, a suo posto arriverà la prima dei non eletti del listino proporzionale della Lombardia, Cristina Tajani, pure lei insegnante universitaria, ma al Politecnico e già assessore comunale nella prima giunta Sala.

Tra un bye-bye Schlein e l’altro, ci s’interroga anche sull’effettiva capacità di buona amministrazione della neo segretaria, perché sta emergendo tutt’altra storia circa la sua precedente esperienza di vicepresidente della regione Emilia Romagna in merito alla gestione dei fondi per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua per evitarele alluvioni. Bene, su 71,9 milioni di fondi assegnati alla regione guidata da Stefano Bonaccini – suo rivale sconfitto nella corsa alla segreteria Dem – pare che ben 55 milioni siano stati restituiti allo Stato per l’incapacità della loro spesa nei tempi previsti, che il nuovo governo Meloni ha riassegnato alla stessa regione per attivare le opere di sicurezza che sono mancate, probabilmente concausa di molti dei danni occorsi durante l’alluvione della scorsa settimana.

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