Agricoltura approvato a Roma il riparto regionale: maggiori fondi per la montagna

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mungitura vacca mucca in malga 1Al Trentino 301,5 milioni (+35 milioni) nel prossimo settennio. La soddisfazione di Rossi e Dallapiccola. Bene anche l’Alto Adige. Risorse in calo per il Veneto

Il formale riconoscimento nella nuova PAC 2014-2020 da parte della Commissione e del Parlamento europei del valore e delle peculiarità dell’agricoltura di montagna ha trovato conferma a Roma nell’approvazione da parte della Conferenza delle Regioni del riparto dei Fondi europei per lo sviluppo rurale 2014-2020, un nuovo modello di suddivisione delle risorse che premia il Trentino con 31,5 milioni di euro in più (e l’Alto Adige con 36 milioni di maggiori risorse) per il Piano di sviluppo rurale, al quale si aggiungono altri 3,5 milioni derivanti dalla riduzione della compartecipazione provinciale dai 54,5 milioni del settennio precedente 2007-2013 ai 51 milioni che Trento metterà a disposizione nel periodo della prossima programmazione 2014-2020 della PAC.

Soddisfazione da parte del presidente della Provincia Ugo Rossi e dell’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola. «Si tratta di una decisione importante, oltretutto supportata da un voto unanime» è il commento dalla capitale del presidente Rossi. Il positivo esito delle trattative condotte nelle ultime settimane sul cosiddetto “secondo pilastro” della politica agricola comunitaria, quello che riguarda appunto lo sviluppo rurale, soddisfa anche l’assessore Dallapiccola: «avevamo chiesto di riequilibrare la ripartizione dei fondi tra le regioni del Sud, che tradizionalmente hanno sempre avuto di più, e le necessità dell’agricoltura di montagna. Oltre alle maggiori risorse, pari a circa 30 milioni di euro, che portano a complessivi a 301,5 milioni di euro la dotazione settennale per il Trentino, abbiamo chiesto di avere di più anche sul primo pilastro, che chiuderemo entro la fine di marzo, a partire dagli aiuti diretti agli allevatori a titolo di compensazione per il settore latte nelle aree di montagna. La somma ipotizzata è di circa 100 euro a vacca all’anno, risorse aggiuntive queste che ci consentiranno di liberare a sua volta ulteriori risorse per altri settori, quali ad esempio la frutticoltura».

Se Trento e Bolzano sorridono, esce penalizzata l’agricoltura del Veneto: «per lo sviluppo rurale abbiamo salvato l’investimento totale a disposizione degli agricoltori, che ammonterà a 1 miliardo e 180 milioni di euro nel periodo di programmazione comunitaria 2014 – 2020, ma peserà molto sul bilancio di una Regione come la nostra, che ha dimostrato tra le migliori capacità ed efficacia della spesa nei fondi europei al settore» ha detto Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, che non nasconde il suo disappunto per «l’ennesima ingiustizia nei nostri confronti. Si vede che pianificare bene e concretizzare programmazioni agricole efficienti capaci di utilizzare il 95 per cento della spesa, in questo Paese, è una capacità che va punita». «Per quanto ci riguarda – ribadisce Manzato – abbiamo dovuto subire una ripartizione iniqua delle risorse a livello nazionale. Di fatto, Regioni del sud che non hanno mai brillato per efficienza e limpidezza della spesa hanno ricevuto molto più del Veneto e di altre regioni del Nord. Noi faremo in ogni caso fruttare i nostri investimenti».

Sulla base delle modalità di riparto di fatto imposte dal Ministero «e ovviamente accettate dalle Regioni del Sud, il Veneto dovrà trovare nel suo bilancio 202 milioni di euro su 1,18 miliardi, mentre ad esempio, alla Puglia basteranno 194 milioni dalle proprie casse a fronte di un totale di 1,67 miliardi di finanziamento totale. Il tutto con meccanismi contabili circa la quota di partecipazione statale e regionale che non hanno altra logica, se non proprio quello di portare più fondi al Mezzogiorno a spese del settentrione. Contesto – ha detto Manzato – radicalmente questa scelta, che non ha alcun aggancio né con la capacità di spesa, né con quella di creare ricchezza e lavoro, né con la realtà del peso delle agricolture di territorio sui mercati mondiali. Lo dimostreremo la prossima settimana con il progetto dello sviluppo del nostro export agroalimentare in Cina. E lo ribadiremo presentando nei giorni successivi il compendio finanziario del prossimo Programma di Sviluppo Rurale regionale, che in ogni caso punterà su competitività e giovani, che qui hanno dimostrato coraggio, inventiva imprenditoriale e volontà di portare lustro e reddito alla loro terra e all’intero Paese».