Pnrr, bastone e carota dall’Europa: 2026 invalicabile ma opere prorogabili

Gentiloni: «scadenza 2026 per attuazione Pnrr è rigorosa. Ma si possono utilizzare fondi nazionali o altri fondi Ue per integrare i progetti in corso».

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Pnrr Rigenerazione urbana

La Commissione europea maneggia bastone e carota sulla gestione del Pnrr da parte dei vari stati membri che chiedono maggiore elasticità nell’attuazione del Piano, specie sulle modalità e tempi di spesa.

Secondo il commissario Ue agli Affari economici e vicepresidente della stessa Commissione, Paolo Gentiloni, intervenuto in audizione alla commissione Econ del Parlamento europeo, «è chiaro che il 2026 è la data limite rigorosa per l’attuazione del Pnrr. Gli Stati membri possono utilizzare fondi nazionali o altri fondi europei per integrare gli investimenti che vanno oltre la durata del Recovery ed è importante in quanto il Recovery da solo in alcuni casi non è sufficiente per coprire grandi progetti infrastrutturali».

Apertura da parte della Commissione a modifiche dei contenuti dei piani avanzate da alcuni stati, tra cui l’Italia: la scadenza del 30 aprile per i Pnrr aggiornati i con il nuovo capitolo RePowerEu è dilazionabile e molti governi«hanno bisogno di più tempo». Ma «gli Stati membri devono presentare le modifiche il prima possibile».

A pochi giorni dalla scadenza vivamente suggerita da Bruxelles per la presentazione dei nuovi piani di ripresa e resilienza, la Commissione ha ammesso che la data consigliata non sarà rispettata da diversi Paesi. Anche per questo, dal vice presidente dell’esecutivo europeo, il lettone Valdis Dombrovskis, è arrivato un nuovo monito: sul fronte del Recovery «la priorità ora è accelerare».

Da Gentiloni è arrivata una netta apertura per il via libera alla terza rata di pagamenti per l’Italia: «la valutazione riguarda le concessioni portuali e due piani di rigenerazione urbana. Procede in modo molto costruttivo e sono piuttosto ottimista sul fatto che queste valutazioni possano concludersi positivamente». I due piani cui Gentiloni si è riferito sono quelli su cui era stato chiesto un esame supplementare: la riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze e il Bosco dello Sport di Venezia che avevano suscitato più di un dubbio sulla loro reale ricaduta sulle finalità del Pnrr.

A Roma la comunicazione sull’ammorbidimento della scadenza del 30 aprile è stata accolta con soddisfazionedal premier Giorgia Meloni e dal ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, anche se l’Italia sarà messa alle strette dalla Commissione perché, come ha ricordato Gentiloni, «è chiaro che per l’Italial’assorbimento della somma totale dei fondi del Recovery resta una sfida che dovrà essere affrontata».

«Il governo è al lavoro per una proposta di revisione seria del Pnrr, dovuta a nuovi obiettivi e priorità, nel rispetto dei modi e dei tempi previsti dai regolamenti europei» ha risposto Fitto, secondo cui il confronto proseguirà e si intensificherà nei prossimi mesi. L’idea del governo di far slittare alcuni progetti dal Pnrr alla programmazione di Coesione resta valida anche per Bruxelles. Questo potrebbe aprire al finanziamento di quelle opere infrastrutturali che da anni attendono di essere realizzate – dalle ferrovie alle strade, passando per le dighe e gli acquedotti – e che dall’ammorbidimento delle regole, specie quelle temporali imposte dal Pnrr, potrebbero trovare nuovo slancio.

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