Addizionale Irpef Trentino: pensionati sul piede di guerra

Con l’abbassamento del tetto di esenzione da 25.000 a 15.000 euro, Fugatti si è giocato il consenso elettorale di un’importante fascia sociale.

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Addizionale Irpef
Il presidente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti nel mirino dei pensionati.

Con la legge di bilancio 2023, la provincia di Trento guidata da una maggioranza leghista ha deciso di abbassareil tetto per l’esenzione dell’addizionale Irpef (1,23% fino a 50.000 e 1,73% oltre tale soglia) da 25.000 a 15.000 euro lordi, comportando così l’applicazione del balzello per molti pensionati con trattamenti superiori ai 1.000 euro netti, con prelievi variabili da un minimo di 184,51 a 430,50 euro, quando nel “cugino” Alto Adige il tettodi esenzione è fissato a 35.000 euro lordi annui.

Immediata la protesta dei sindacati dei pensionati: «è stata un’operazione vergognosa, così si colpiscono i pensionati e le fasce più deboli – tuona Tamara Lambiase di Cisl Pensionati -. La provincia di Trento ha agito sulle fasce più deboli, meno informate e meno informatizzate pensando di far passare in silenzio questo aumento di tasse».

Per la giunta leghista presieduta da Maurizio Fugatti si è trattato di una decisione boomerang, per di più in un anno elettorale dove le sue possibilità di rielezione si fanno sempre più difficili proprio per i pessimi risultati dei cinque anni del suo governo, che hanno avuto come risultato tangibile quello di scontentare praticamente tutti, dai lavoratori ai pensionatipassando per le categorie economicheDavvero difficile fare peggio.

Con la “manovra” finanziaria 2023 varata dal leghista Fugatti significa, secondo Lambiase, che «un pensionato che percepisce e cerca di sopravvivere con 1.000 euro netti al mese, viene “alleggerito” di quasi 200 euro l’anno. Un’operazione vergognosa».

Cisl Pensionati fa il confronto con l’Alto Adige, dove la giunta presieduta da Arno Kompatscher che si ricandida per il terzo mandato, «ha deciso di applicare l’addizionale Irpef solo sui redditi superiori a 35.000 euro lordi. Così, a Bolzano una pensione di 36.000 euro lordi versa solo sui 1.000 euro eccedenti una addizionale di 12,30 euro annui, mentre a Trento ne versa ben 442,80 annui».

Di fatto, Fugatti ha messo pesantemente le mani nelle tasche dei pensionati trentini (e di tutti gli altri lavoratori)colpevoli di avere lavorato e pagato i contributi per ricevere in cambio una pensione che sicuramente non è da paperoni, andando ad erodere ulteriormente il potere d’acquisto di una fascia sociale che già sconta rivalutazioni parziali dei loro redditi, inferiori all’inflazione reale subita, oltre a subire un costo della vita che è decisamente superiore a quello medio nazionale.

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