Olimpiadi invernali 2026, il Cio apre allo spostamento delle gare di bob da Cortina a Innsbruck

Il Cio accoglie l’appello della Cipra anche per evitare di spendere oltre 100 milioni per il rifacimento della pista “Monti”.

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Olimpiadi invernali 2026

Nuovo colpo di scena sulla realizzazione degli impianti connessi alla disputa delle gare delle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina: dopo l’addio all’impianto di pattinaggio velocità su ghiaccio di Miola di Piné in Trentino per via dei costi lievitati da 50 a 75 milioni di euro, ora tocca alla pista da bob di Cortina, dove il rifacimento pressoché integrale della storica pista “Monti” dal costo di oltre 100 milioni viene visto come una spesa inutile da parte del Cio, il Comitato olimpico internazionaleaprendo allo spostamento delle gare in un impianto esistente poco distante, come l’impianto di Innsbruck o di Torino, entrambi scenario di gare olimpiche.

Secondo la risposta fornita alla Cipra, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, da parte del Cionon è necessaria la costruzione di una nuova pista da bob per le Olimpiadi Invernali 2026, ma può essere utilizzata quella già esistente all’estero, in particolare quella di Innsbruck nel Tirolo austriaco.

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Il Cio ha risposto con una lettera di fine marzo 2023 alle richieste critiche formulate dalla Cipra, sottolineando come «per la disputa delle gare olimpiche 2026 non sia mai stata richiesta la costruzione di un nuovo impiantoper il bob a Cortina, evidenziando chiaramente come dovrebbe essere utilizzata una struttura esistente nella regione o in un altro Paese».

Secondo la Cipra, dopo mesi di inutili polemiche spesso di stampo campanilisticoritorna l’ipotesi di Innsbruck: «nell’interesse della popolazione locale e dell’ambiente naturale – afferma la Cipra -, che è sempre gravemente colpito dai Giochi invernaliinvitiamo quindi il Comitato organizzatore dei Giochi di Milano Cortina 2026 a chiedere ai gestori della pista di bob di Igls, nei pressi di Innsbruck, di formulare un’offerta per organizzare le gare di bob del 2026 su quella pista».

Per gli ambientalisti «rifiutare l’utilizzo di un impianto già esistente sarebbe prova di scarsa professionalità e dell’imminente insensato sperpero di denaro pubblico per un nuovo impianto i cui costi stimati vengono costantemente rivisti al rialzo e che ammontano già a oltre cento milioni di euro. Inoltre, appare poco realisticoche la nuova pista da bob di Cortina possa essere realizzata in tempo. La pista olimpica dovrebbe infatti essere pronta per la stagione invernale 2024/’25, per poter essere testata in occasione delle gare di Coppa del Mondo».

Scatta ora una gara contro il tempo, sia per evitare che a Cortina partano le gare di appalto che, unvolta assegnatefarebbero scattare le relative penali in caso di annullamento, che per avere la disponibilità ufficialedi Innsbruck per ospitare le gare olimpiche, dove la ristrutturazione degli impianti è già prevista con una spesadi soli 27 milioni di euro.

L’obiettivo per la Cipra ad un uso oculato dei fondi pubblici e a una mitigazione dell’impatto ambientale mira anche ad evitare la costruzione di impianti che poi sono destinati ad un inglorioso oblio, come è successo per le Olimpiadi invernali di Torino.

La proposta della Cipra e accolta dal Cio è supportata in Alto Adige anche dal Team K, «per garantire l’effettivasostenibilità delle Olimpiadi invernali 2026 ed evitare sprechi di denaro pubblico», anche perché in Italia la specialità del bob non è che abbia grandi numeri di praticanti.

Discorso diverso per l’impianto di pattinaggio velocità su ghiaccio di Miola di Pinè, dove l’impianto vecchio va comunque ammodernato anche per tenersi all’altezza del fatto di essere il centro federale Coni di specialità, senza considerare che i praticanti di questo sport sono decisamente di più e che proprio dall’Altopiano di Pinè provengono alcuni dei campioni olimpici e internazionali di specialità.

Qui, se si avesse avuto maggiore capacità di visione e lungimiranza, cose che purtroppo sono mancateall’attuale governo dell’Autonomia trentina, si sarebbe potuto fare qualche ulteriore sacrificio economico concentrando su Pinè anche gli stanziamenti per l’ammodernamento degli impianti di salto di Cavalese – altro teatro di gare olimpiche – spostando quest’ultime a Innsbruck, dove l’impianto è stato da poco ammodernato.

Poi, se si fosse utilizzato accortamente il legname degli schianti della tempesta Vaia che proprio sul Pinetano ha colpito forte, si sarebbero potuto realizzare le strutture del nuovo impianto coperto di pattinaggio velocità con costi decisamente ridottilasciando in eredità una struttura moderna e funzionale. Ma così non è stato per l’incapacità di una classe politica locale inadeguata.

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