Bypass ferroviario di Trento a rischio: 5 puntata

Intervista a Elio Bonfanti, esponente del movimento No Tav di Trento.

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Bypass ferroviario di Trento

L’inchiesta di ViViItalia Tv sul bypass ferroviario di Trento fa un nuovo passo avanti per cercare di capire la realesituazione che aleggia attorno al principale progetto finanziato dal Pnrr che interessa il Trentino.

Una situazione che, tra luci ed ombre, evidenzia sempre più fortissimi limiti progettualiambientali e, soprattutto, sociali, visto che si tratta di un progetto che cozza frontalmente anche contro uno degli assunti del Pnrr che dovrebbe puntare ad investimenti che migliorino la vivibilità delle città e alla riduzione dell’impatto ambientale piuttosto che penalizzarle se non metterle a rischio di un gravissimo danno da inquinamento da acclarati agenti cancerogeni.

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Nella quinta puntata dell’inchiesta sul bypass ferroviario di Trento di ViViItalia Tv, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore della Web Tv e de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elenaintervistano Elio Bonfanti, già consigliere provinciale di Solidarietà in Consiglio provinciale di Trento e ora esponente del movimento No Tav Trentino, sodalizio contrario al progetto di variante.

Nell’intervista contenuta nella quinta puntata dell’inchiestaBonfanti esprime forti dubbi sulla trasparenza delle modalità utilizzate nell’affidamento dei lavori di realizzazione della galleria, così come sulla tempistica dei varilavori, con il problema che al momento appare insoluto del passaggio della ferrovia in trincea profondaattraverso terreni inquinati pesantemente da piombo tetraetile e policiclici aromaticiagenti fortementecancerogeni e che evaporano a temperatura ambiente, con il rischio di esporre a gravi rischi sanitari una grande fetta di popolazione che vive attorno al tracciato della nuova linea ferroviaria.

Una situazione dove la fretta di non perdere i finanziamenti dell’opera mette l’amministrazione della città di Trento guidata dall’ex sindacalista Cgil Franco Ianeselli in una posizione molto delicata, perché da un lato accetta quello che è di fatto uno stupro urbanistico di un quartiere storico del centro città per fare passare una linea ferroviaria ad alta capacità su cui transiteranno convogli ferroviari lunghi fino a 750 metri e pesanti fino a 1.500 tonnellate; dall’atro per esporre la città e la popolazione al rischio di un forte inquinamento, senza considerare il fatto che una variante ferroviaria ideata per allontanare il traffico ferroviario mercidall’attraversamento della città dovrebbe allontanarlo da tutto l’areale urbanonon portarlo nel bel mezzo di un quartiere residenziale del centro storico della città che finisce sventrato.

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