Confindustria Udine, il Gruppo Giovani esamina le misure sul lavoro del governo Letta

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Da sinistra Michele Tiraboschi Valeria Filì Massimiliano Zamò Gaetano Zilio Grandi e Marco Biasi foto Gasperi 1
Da sinistra Michele Tiraboschi Valeria Filì Massimiliano Zamò Gaetano Zilio Grandi e Marco Biasi foto Gasperi 1Zamò: “il lavoro non si crea per Decreto, ma mettendo le imprese nella condizione di poter operare al meglio”

I Giovani di Confindustria Udine si sono confrontati con esperti e studiosi di materie giuslavoristi che per approfondire i contenuti delle ultime misure presentate dal governo Letta in materia di lavoro.

“Il lavoro non si crea per decreto, ma mettendo le imprese nella condizione di poter operare al meglio” è stata la premessa da cui è partito Massimiliano Zamò, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine, aprendo il partecipato incontro dal titolo “Le misure sul lavoro del Governo Letta” promosso dal GGI udinese in collaborazione con Adapt.

“I dati relativi alla occupazione sono sconfortanti – ha aggiunto Zamò –. L’Italia rischia di essere un Paese senza futuro se si pensa che oggi ben 663.000 giovani sono senza lavoro. Viviamo poi una doppia contraddizione: da un lato, giovani talentuosi che vorrebbero ottenere un posto di lavoro secondo un principio meritocratico e, dall’altro, imprese che non sono agevolate, bensì limitate da vincoli e appesantimenti vari, nel loro desiderio di attingere alle risorse umane più meritevoli”.

“Di che cosa hanno bisogno le imprese? Certamente – risponde il presidente Zamò – di progettualità, di prospettive a medio-lungo termine, di normative certe e funzionali e di un approccio alle problematiche senza preconcetti e preclusioni perché la mancanza di lavoro non è di destra né di sinistra, è soltanto una drammatica emergenza cui dobbiamo rispondere in tempi rapidi”.  

Il convegno, moderato da Emmanuele Massagli, presidente Adapt, è poi entrato nel dettaglio tecnico delle misure sul lavoro del Governo Letta. Sono intervenuti Gaetano Zilio Grandi, professore ordinario di diritto del lavoro Università Cà Foscari di Venezia, che ha analizzato i percorsi seguiti dal recente legislatore, dalla riforma Fornero ad oggi; Valeria Filì, professore straordinario di diritto del lavoro Università di Udine, che ha illustrato le novità in tema di contratto a termine, intermittente, lavoro a progetto, partite IVA e associazione in partecipazione; Michele Tiraboschi, professore ordinario di diritto del lavoro Università di Modena e Reggio Emilia e presidente della Commissione di certificazione dei contratti CSMB, che ha relazionato sugli istituti dell’apprendistato, dei tirocini e della somministrazione di lavoro dopo la riforma Fornero e il pacchetto Letta, e Marco Biasi, docente Università Bocconi di Milano, che ha incentrato il suo intervento sull’articolo 18 dopo la riforma Fornero.

“Il legislatore purtroppo è sempre in ritardo e promulga leggi non sempre appropriate per accompagnare la rivoluzione che sta avvenendo oggi nel mondo del lavoro – ha detto il professor Tiraboschi -. Gli incentivi economici possono poco quando l’economia è stagnante e non c’è una precisa politica economica. E’ comprensibile comunque – e ben venga – l’intervento del Governo Letta focalizzato sui giovani se serve a tenere i giovani in Italia e non farli fuggire all’estero oppure, peggio ancora, a farli scoraggiare addirittura dal cercare un lavoro”.