Imprese: migliora la situazione, ma pesa caro energia

Indagine Bankitalia sulle aziende, aumenta occupazione. Preoccupazione per un’inflazione che potrebbe tenersi su alti livelli a lungo.

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Migliorano i giudizi delle imprese «sulla situazione economica generale e sulle proprie condizionioperative nel quarto trimestre del 2022» e sulla domanda, ma continuano «le difficoltà connesse con l’incertezza economica e politica e con gli elevati prezzi dell’energia»: il dato emerge dall’indaginedella Banca d’Italia condotta sulle aziende alla fine del 2022.

«L’accumulazione di capitale proseguirebbe nel 2023: le valutazioni di peggioramento dellecondizioni per investire restano ampiamente superiori a quelle di miglioramento, ma il saldo negativo si è dimezzato rispetto alla precedente rilevazione- afferma Bankitalia -. L’occupazione continuerebbe a crescere nel primo trimestre dell’anno».

Per il 41,6% delle imprese nel quarto trimestre del 2022 i rincari energetici hanno arrecatodifficoltà analoghe o superiori rispetto ai tre mesi precedenti (da 54,9% nella precedente rilevazione). I problemi rimangono più rilevanti per le aziende edili (60,0%) e dell’industria in senso stretto (44,9%) rispetto a quelle dei servizi (36,4%).

Nonostante i giudizi sfavorevoli sulle condizioni per investire, il saldo fra previsioni di aumento e diminuzione della spesa per beni capitali è rimasto positivo in tutti i settori segnalando una prosecuzione dell’accumulazione (13,8 punti percentuali, come nella scorsa rilevazione riferita al 2022).

Nel primo semestre del 2023, la spesa per investimenti aumenterebbe rispetto al semestreprecedente per circa il 37% delle imprese, una percentuale più che doppia di chi ne prevede una riduzione (16,8%). La quota di imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi che prevedono di espandere il numero di addetti nel primo trimestre del 2023 è risultata superiore di 11,0 punti percentuali a quella di chi ne prefigura una riduzione, in miglioramento rispetto alla rilevazione precedente; nel comparto delle costruzioni la quota è rimasta sostanzialmente invariata (a 11,8 punti percentuali).

Il caro energia continua a scaricarsi sui prezzi di vendita delle aziende italiane: quasi due aziende su tre, secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia presso le imprese con almeno 50 addetti, ritoccheranno i listini nei prossimi tre mesi. L’aumento sarà di intensità marcata secondo, rispettivamente, il 10,2%, il 10,8% e l’8,6% delle imprese edili, dell’industria e dei servizi.

Le imprese si attendono che l’inflazione resti ai livelli record almeno per un altro anno con un calo solo successivamente. Le attese sull’inflazione al consumo, hanno «raggiunto in tutti i comparti i livelli massimi dall’inizio della rilevazione nel 1999. Il tasso atteso di inflazione al consumo si attesta, in media, a 8,9% tra sei mesi (da 7,5% nella precedente rilevazione), a 8,1% tra 12 mesi. La dinamica dei prezzi praticati dalle imprese rimarrebbe sostenuta nei prossimi 12 mesi.

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