Carpione del Garda, al via un consorzio per il rilancio dell’allevamento

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pesce Carpione 1La Fondazione Mach e l’associazione trentina di troticoltori Astro impegnati nell’iniziativa. Passionelli: “un progetto condiviso. La Comunità del Garda farà tutto quanto possibile per il rilancio”

Per il Carpione del Garda, un salmonide esclusivo del bacino del Benaco, noto per le sue caratteristiche organolettiche, arriva l’epoca del rilancio, dopo che negli ultimi anni la pesca è drasticamente calata dai 250 quintali degli anni Sessanta del secolo scorso agli attuali 50 chili annui. La Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Trentino) unitamente all’Associazione troticoltori trentini Astro si sono uniti per lanciare il Consorzio per la produzione intensiva del Carpione, dopo che i laboratori del centro ittico della Fondazione ne hanno studiato la biologia, mettendo a punto una metodica di riproduzione e allevamento salvando il Carpione da una lenta estinzione.

La Fondazione Mach è riuscita in un intento risultato vano per altri enti e istituti. Le attività di ricerca e sperimentazione sono partite nel 2008 dal recupero di tre esemplari pescati nel Garda da alcuni pescatori veronesi che collaborano con il centro ittico di San Michele. “Per la Fondazione Mach – spiega il direttore generale, Mauro Fezzi – la costituzione del consorzio è motivo di soddisfazione perché rappresenta un riconoscimento dell’impegno dedicato al settore dell’itticoltura. Se il consorzio avrà successo potrà rappresentare anche un modello importante per la valorizzazione dell’ambiente, attraverso la salvaguardia di questa specie, e non ultimo, un’interessante fonte di entrata per la Fondazione stessa”. La Fondazione Mach ha messo a punto e validato scientificamente una serie di metodologie per la riproduzione in cattività di questo pesce che metterà a disposizione del Consorzio. Fornirà inoltre un numero adeguato di riproduttori per la produzione delle uova, dei quali il Consorzio assumerà la custodia, e trasferirà materiale ittico di rimonta e di rinsanguamento del parco riproduttori del Consorzio.

“Riteniamo che la possibilità di allevare e commercializzare un pesce di alta qualità e prelibatezza come il Carpione del Garda – spiega il direttore di Astro, Diego Coller – sia una grande opportunità per il nostro settore, in quanto possiamo inserire nella nostra gamma di prodotti un altro pesce di acqua dolce, accanto alla trota e al salmerino alpino, che può consentirci di affermarci sul mercato in una posizione importante fra i produttori di pesce d’acqua dolce. Sarà impegno di ASTRO di commercializzare il Carpione nelle zone dove questo è maggiormente conosciuto, ma anche far sì che possa essere apprezzato anche nei restanti territori nazionali ed anche esteri”.

Fondazione Mach impianto ittico 1Il progetto “Carpiogarda” si è basato sullo studio della biologia del Carpione e brevettato il modello di riproduzione. “Nel 2008 è stato avviato il progetto le cui finalità erano lo studio della biologia riproduttiva del Carpione ed il protocollo di allevamento. Successivamente gli approfondimenti scientifici e sperimentali hanno consentito di produrre un know-how ed il 21 settembre 2012 la richiesta di brevetto” spiega l’inventore Fernando Lunelli, che dirige l’impianto ittico della Fondazione Mach e che ha curato l’intero progetto di recupero. Il forte interesse economico (esigenze di mercato pari a circa 100 t/anno) e naturalistico (recupero conservazione della specie) per tale specie ha maturato l’idea di costituire il consorzio tra la Fondazione Mach e ASTRO.

Il Carpione (Salmo carpio L.,1758) vive solo nel Lago di Garda. È un salmonide, simile alla trota lacustre, ma di taglia più piccola, dalla biologia riproduttiva particolare ed unica nei salmonidi dato che si riproduce due volte all’anno a notevoli profondità (da -80 m a -180 m) sui versanti ghiaiosi di frana sommersa oppure su sedimenti fluviali sommersi, principalmente della sponda bresciana. Comportamento gregario, alimentazione costituita da plancton e piccoli crostacei anche negli adulti, carni chiare e molto prelibate. Dall’arte culinaria è considerato al vertice delle specie d’acqua dolce. Negli anni precedenti agli anni Sessanta la pesca professionale produceva mediamente circa 250 quintali all’anno (dichiarati) con punte oltre i 450 quintali, mentre negli ultimi anni, periodo 2007-2013, le catture sono inferiori a 50 kg. Per i pescatori professionisti rivestiva una fonte economica rilevante ed un indotto per tutto il territorio rivierasco e oltre, fino a Milano.

Soddisfatto dei risultati del progetto “Carpiogarda” è il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli: “La Comunità commenta positivamente la nascita del Consorzio trentino di pescicoltura grazie alla collaborazione della Fondazione Mach e l’associazione di produttori troticoli Astro volto alla reintroduzione del Carpione nelle acque del Garda. Siamo soddisfatti dei risultati conseguiti dalla ricerca condotta dalla Fondazione Mach e l’auspicio è che la sua reintroduzione nel lago possa avvenire il prima possibile in modo da riportarlo sulle tavole della ristorazione locale e sui piatti degli appassionati di pesce. L’Ente condivide il progetto nelle sue finalità e sarà a fianco dei protagonisti del progetto per fare quanto di sua competenza”. Passionelli lancia il cuore oltre il successo del Carpione: “l’auspicio è che dopo il Carpione si ponga attenzione anche su un’altra specie ittica tipica gardesana in sofferenza, come l’alborella, che merita di essere recuperata e valorizzata”.