Dopo diversi dissidi interni al partito, il governatore altoatesino Arno Kompatscher si ricandida, in una lettera ai vertici del suo partito, come capolista della Svp per le prossime elezioni provinciali di ottobre 2023, puntando al terzo mandato consecutivo alla guida dell’Autonomia speciale.
Una scelta che ha colto di sorpresa molti esponenti di peso della Svp, che non fanno mistero di volere un cambiamento alla guida dell’Autonomia speciale, tanto che è stata nuovamente rinviatala riunione a porte chiuse della Svp che avrebbe dovuto indicare la via d’uscita dalla crisi internache da tempo sta scuotendo il partito.
La seduta di chiarimento del direttivo Svp in un primo momento era prevista per il 3 dicembrescorso, ma poi è stata rinviata al 17 dicembre. Le polemiche, anche per quanto riguarda i fondi per la campagna elettorale del 2018 dello stesso Kompatscher, non si sono però placate, fomentateanche dai partiti di lingua tedesca all’opposizione della Svp che hanno tutto l’interesse ad indebolirla. Ora il nuovo rinvio: il segretario della Svp, Philipp Achammer, ha comunicato ai vertici del partito e ai sindaci un nuovo posticipo a data da destinarsi. «Serve più tempo – scrive il segretario ai membri del direttivo – per coinvolgere la base nella ripartenza del partito».
La decisione del nuovo rinvio è maturata durante una riunione dei vertici del partito con il governatore Kompatscher mercoledì sera. «Siamo convinti che, nell’attuale difficile situazione del partito, sia necessario un nuovo inizio, sia in termini di contenuti sia nel modo in cui ci rapportiamo gli uni con gli altri – scrive Achammer -. Vogliamo discutere insieme di questo nuovo inizio, ma con i tempi necessari e con il coinvolgimento delle sezioni locali e degli altri organi di partito».
Achammer sottoporrà lunedì alla direzione una proposta sul da farsi. «Non è il momento di decisioni affrettate, ma di un chiarimento corretto e rispettoso degli ultimi fatti interni e di una discussione dettagliata sui passi programmatici necessari» conclude il segretario.
La situazione politica è agitata anche sul fronte dell’Autonomia trentina, anch’essa chiamata al rinnovo del parlamentino ad ottobre 2023. Qui, il governatore uscente della Lega Salvini Premier, Maurizio Fugatti, punterebbe ad una ricandidatura sostenuta da tutto il centro destra, ma pagauna legislatura opaca ed inconcludente, oltre al fatto che il successo della Lega del 2018 ora, anche alla luce del risultato delle Politiche 2022, è solo uno sbiadito ricordo, con Fratelli d’Italiache anche in Trentino ha trionfato, doppiando largamente il partito di Salvini, mettendosi legittimamente nelle condizioni di reclamare un cambio della guardia e proporre una guidadell’Autonomia speciale decisamente più capace, autorevole ed empatica di quella uscente.
Sul risultato di Trento inciderà quello che scaturirà dalle urne della Lombardia – dove il governatore uscente Attilio Fontana della Lega rischia grosso sotto la spinta arrembante del candidato del terzo polo, Letizia Moratti – e del Friuli Venezia Giulia, con l’uscente Massimiliano Fedriga dovrebbe essere facilmente riconfermato. Se in Lombardia Salvini dovesse uscire sconfitto, difficilmente in Trentino potrebbe avere la forza di imporre la riconferma di un proprio candidato, che oltretutto non si è affatto distinto, anche nei rapporti all’interno della stessa maggioranza di centro destra, con un non celato ostracismo proprio nei confronti della formazione di Meloni, tenuta fuori dal governo provinciale.
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