Fondazione Luigi Bon, non solo una stagione, ma anche un progetto

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Alexander-Lonquich-ilnordestPresentato il programma di musica e prosa a Tavagnacco (UD)

Presentata presso la sede del comune di Tavagnacco la stagione di musica e prosa della Fondazione Luigi Bon alla presenza delle autorità locali e degli sponsor privati che sostengono l’iniziativa.

Ha aperto la seduta il presidente della Fondazione Bon, Andrea Giavon, che ha ringraziato i presenti. Il programma è poi stato illustrato dal direttore artistico M° Claudio Mansutti con la collaborazione di Renato Manzoni, direttore dell’ERT, per quel che riguarda la stagione di prosa. “Smartheatre” rimane il titolo programmatico di una stagione, che non è solo una serie di eventi come se ne possono trovare molti in teatri, anche più prestigiosi, ma è un modo di “vedere” e ideare il presente e futuro culturale.

Concerti con grandi artisti di caratura internazionale, che scelgono il piccolo teatro colugnese proprio perché “vedono” cosa c’è dietro: una scuola di musica con docenti ancora nel pieno della loro vita artistica, attività musicale per le scuole dell’obbligo in cui la musica viene utilizzata come strumento di prevenzione al disagio, orchestra e coro dei ragazzi, laboratori teatrali, spazi per il mondo del dilettantismo fino a giungere alla professionalità della FVG Mitteleuropa Orchestra.

Il tentativo in costante evoluzione di creare collegamenti tra tutte queste intelligenze per trovare sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che stupisca e incuriosisca il nostro intelletto e generi emozioni che ci portino a migliorare. La stagione, come ben delineato dal direttore artistico Mansutti, presenta proposte regionali e solisti internazionali. I programmi monotematici sono, probabilmente, la via più intima e profonda per entrare tra i pensieri di un grande compositore e questa sarà una delle linee di approfondimento della stagione che prevederà anche delle lezioni concerto curate dai maestri Ferdinando Mussutto e Cristiano Dell’Oste. Alcune meravigliose pagine beethoveniane con il grande pianista tedesco Alexander Lonquich e la FVG Mitteleuropa Orchestra, Schumann con una nuova stella del pianismo internazionale, Martin Kasík e la direzione del maestro francese Amaury Du Closet, Bach affidato alle esperte mani di Trevor Pinnock, musicista che torna dopo molti anni e che rappresenta uno dei punti di riferimento interpretativo di ogni tempo per quel che concerne la musica bachiana, e Brahms con tre quartetti per pianoforte e archi con la presenza di Domenico Nordio, saranno i quattro geni che visiteremo. La stagione vedrà anche l’atteso ritorno di Sokolov, pianista che ha scelto il teatro colugnese come punto di partenza per le tournee che lo porteranno in tutto il mondo con un programma, come di consueto, svelato a dicembre e due altri appuntamenti cameristici. Il primo a febbraio con il Trio Des Alpes, ensemble svizzero italiano di grande intesa musicale che interpreterà musiche di Beethoven e il meraviglioso trio di Schubert e quindi, in conclusione, ad aprile, il duo formato da due importanti solisti quali il vincitore dei premi Paganini e Tchaikovsky Ilya Grubert e Claudio Piastra alla chitarra.

Fabbrica dei preti Giuliana Musso leggero 1La prosa, messa in scena assieme all’ERT, parte dalla necessità di sviscerare temi attuali: prosegue, un percorso al femminile, certi che tra i punti di svolta della società ci sarà un più deciso protagonismo della donna e un diverso interfacciarsi tra i due sessi. L’inizio di stagione con due tra le più interessanti attrici del panorama non solo regionale (Giuliana Musso e Aida Talliente) apre la porta su molti altri temi interessanti, tra cui uno molto “italiano” è sicuramente quello tra l’uomo e la fede o per meglio dire tra l’uomo e Chiesa. Si potrà assistere a due aspetti molto diversi nella Fabbrica dei Preti e in Predis, sorridendo e riflettendo assieme. È possibile morire per aver affrontato il tema della posizione d’inferiorità della donna araba? Lo spettacolo Intervista ci riporta alla morte dell’autore Theo Van Gogh e al conflitto tra verità e menzogna trattandolo in maniera mirabile grazie alla bravura dei due interpreti.

Steve Jobs con il suo ingegno ha cambiato il vivere quotidiano per sempre, il genio ma anche tutte le sue contraddizioni sono il tema di uno spettacolo molto riuscito dello Stabile regionale in cui spicca la bravura di Fulvio Falzarano. Il teatro nella sua funzione opposta, ma anche salvifica e necessaria, ovvero quella di dimenticare tutto grazie ad una bella risata, viene affidato ad una icona della satira italiana ovvero Gene Gnocchi.