Carissima energia, in arrivo bollette triplicate

Sul mercato tutelato in un anno sono raddoppiate. Su quello libero quasi triplicate, ma il costo per kWh rimane inferiore a quello tutelato. Fare il pieno all’auto elettrica diventa un lusso. 

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Carissima energia: agli utenti italiani stanno venendo recapitate le bollette per le forniture elettriche relative al bimestre luglio-agosto 2022, che segnano l’ennesimo rincaro record, con le tariffe triplicate rispetto all’analogo periodo di un anno fa.

Di fatto, per chi è sul mercato libero e ha stipulato una fornitura elettrica garantita 100% rinnovabile, quindi prodotta con fonti a basso costo (solare, eolico e idroelettrico) che non hanno subito i rincari di gas metano e petrolio, ha visto passare il costo a chilowattora da circa 15 centesimi del 2021 a 49 nella fascia oraria di picco del 2022. L’unica consolazione è che il costo addebitato è per un pizzico inferiore a quello stabilito per le utenze del mercato tutelato che dal 1° ottobre 2022 s’attesta a quasi 51 centesimi/kWh.

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La questione della separazione nella formazione dei prezzi dalla fonte fossile è fondamentale, sia per abbattere i costi per i consumatori che fruiscono di energia prodotta da fonti rinnovabili, sia per mediare con i picchi di quella prodotta con gas metano. In caso contrario, si finisce solo con l’alimentare la speculazione e drenare ricchezza dai paesi utenti verso quelli produttori, i quali vedono salire a dismisura i loro guadagni, anche in quell’Europa dove la solidarietà tra i paesi associati dovrebbe essere la norma, salvo che Olanda (socio Ue) e Norvegia (non socio Ue, ma Nato) non ci pensano affatto a calmierare le tariffe.

Se nelle case, negli uffici, nei negozi, nelle imprese tutte ci si arrabatta per ridurre i consumi per cercare di andare avanti, chi piange lacrime amarissime sono gli automobilisti che hanno ceduto al richiamo della mobilità elettrica, magari ingolositi dai 12.000 euro di contributo pubblico (metà dallo Stato e il resto da tante regioni, specie del Nord). Contributi elevatissimi che hanno solo parzialmente reso competitivo il prezzo all’acquisto di un veicolo che è ancora, al netto degli incentivi, più caro di uno con caratteristiche analoghe dotato di motore a benzina, gas o Diesel. Il problema è che con tariffe domestiche a 50 cent/kWh fare un pieno di elettroni costa decisamente di più che al distributore della super o del gasolio.

Se poi non si hanno giorni a disposizione per caricare la batteria (o non si ha un garage dove installare la colonnina per la ricarica, cosa tutt’altro che infrequente), non rimane altro che fare il pieno elettrico dalle colonne pubbliche a media e alta potenza, dove le tariffe s’impennano: quelle ad alta potenza (oltre 150 kWh di potenza) di EnelX sono ormai a 99 cent/kWh, carissima energia, che ne rende anticompetitivo l’utilizzo, visto che percorrere quei 15-20 km che si fanno normalmente con un litro di benzina o di gasolio (che costa circa 1,7-1,8 euro/litro) significa spendere anche 4 euro.

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