L’aumento dei prezzi di gas, petrolio ed energia elettrica ha spinto il fatturato delle aziende energetiche, cresciuto di oltre 91 miliardi di euro (+161%) già nei primi quattro mesi del 2022. Un aumento esponenziale del volume degli incassi che si è tradotto, complessivamente, in una crescita di oltre 106 miliardi di euro (+40%) del fatturato totale delle aziende, Pmi, liberi professionisti e Partite Iva tra gennaio e aprile di quest’anno rispetto al primo quadrimestre del 2021, da 264 miliardi a 370 miliardi.
Con i dati fiscali di imprese e professionisti del primo quadrimestre 2022, si misurano i primi effettidell’impennata dei prezzi energetici e c’è anche la fotografia generale della robusta ripresa economica italiana, già registrata nel corso di tutto il 2021 e poi cresciuta progressivamente all’inizio del 2022, ma ora seriamente minacciata dal protrarsi della guerra tra Russia e Ucraina.
«Il pagamento a rate delle bollette, con un prestito bancario garantito dallo Stato a tassi di interesse predeterminati, non risolve il problema dell’aumento dei costi a carico delle imprese, ma si limita a spostare nel tempo una posta negativa di bilancio – dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora -. Di fatto, la misura approvata dal governo con il decreto “Aiuti ter” è un pannicello caldo. Peraltro, aver agganciato la determinazione del tasso di interesse di questi finanziamenti a quello dei Btp è un salto nel buio, considerando che in prospettiva gli interessi sui titoli di Stato, dopo l’aumento del costo del denaro deciso dalla Bce, saliranno repentinamente».
A far impennare l’economia italiana tra gennaio e aprile di quest’anno contribuito sensibilmente il fatturato delle aziende fornitrici di energia elettrica e prodotti petroliferi, salito del 161,1% rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno, con un incremento di 91,1 miliardi di euro, la fetta preponderante dei 106 miliardi complessivi di crescita del fatturato delle aziende e delle partite Iva italiane. Le attività manifatturiere, il cui peso vale un terzo del totale, sono cresciute del 50,7%, mentre il commercio (all’ingrosso e al dettaglio) ha aumentato il volume d’affari del 16,6% ed è oggi il secondo ramo di attività nel peso generale dell’economia italiana (vale oltre un quinto del totale).
Alberghi e ristoranti hanno aumentato il fatturato del 56,9%, il noleggio di auto e le agenzie di viaggio del 15,6%, l’agricoltura è salita del 10,1%, l’attività di estrazione di minerali del 34,8%, banche e assicurazioni del 18,2%, i business legati allo sport e all’arte del 30,5%, trasporti e magazzini del 28,0%, la fornitura di acqua dell’11,3%, i servizi informatici dell’8,6%, le attività immobiliari del 12,3%, le attività professionali e scientifiche del 40,0%, il comparto istruzione del 3,4%, l’area della sanità e dell’assistenza sociale dell’8,5%. Segno negativo (-11% ) solo per organizzazioni e organismi internazionali.
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