Fondi comunitari per la disoccupazione, Veneto escluso

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mara bizzotto tavolo 1
mara bizzotto tavolo 1La Commissione UE risponde all’interrogazione dell’on. Bizzotto sulla disoccupazione giovanile: “il tasso di disoccupazione giovanile in regione è di poco inferiore al 25%, soglia che fa scattare i contributi”

Ancora un esempio di come il buon governo della cosa pubblica possa costituire un boomerang. Grazie alle politiche prese a livello locale, il tasso di disoccupazione giovanile nel NordEst è, fortunatamente, inferiore alla media italiana. Non per questo, la situazione è rosea e fa arrabbiare (per non dire di peggio) vedersi esclusi dall’accesso alle provvidenze europee perché il tasso di disoccupazione non è sufficientemente alto: per un misero 0,6%, la regione del Veneto non vedrà nulla dei fondi europei.

Cosa che ha sollevato l’indignazione dell’eurodeputata veneta Mara Bizzotto nella lettura della risposta ad una sua interrogazione da parte del commissario UE all’Occupazione e agli affari sociali László Andor: “adesso l’Europa lo mette nero su bianco. Da Bruxelles è in arrivo oltre 1 miliardo di euro per combattere la disoccupazione giovanile in Italia, ma il Veneto non vedrà il becco di un quattrino! Questi soldi, grazie agli strampalati criteri avvallati da Letta nel Consiglio UE di giugno, saranno destinati solo alle regioni con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25% e il Veneto, attestandosi al 23,4%, ne resterà escluso. Altro che cantare vittoria per i fondi ottenuti dall’UE: il Governo Letta ha di fatto sbattuto la porta in faccia a migliaia di giovani veneti senza lavoro, trattandoli come fossero cittadini di serie B”. Non solo: c’è il fondato sospetto che i fondi europei destinati alle regioni italiane con maggiore percentuale di disoccupazione giovanile finiscano nel calderone degli sprechi locali o, peggio, non vengano nemmeno impiegati per incapacità della locale burocrazia nel gestire i fondi.

All’interpellanza dell’eurodeputata Bizzotto Andor risponde che “la Commissione conferma che il Consiglio europeo riunitosi a giugno ha stabilito, come condizione di ammissibilità per la concessione di un contributo finanziario nel quadro dell’iniziativa per l’occupazione giovanile, una soglia minima pari al 25% relativamente al tasso di disoccupazione giovanile regionale tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni” aggiungendo che”nella regione Veneto il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 23,4% e non sembra quindi soddisfare questo criterio”.  

Secondo Bizzotto “escludere il Veneto dai fondi UE, per uno zero virgola o poco più, significa fare delle discriminazioni inaccettabili sulla pelle dei giovani che sono senza lavoro. Da Monti a Letta, nulla è cambiato: il Veneto continua ad essere pesantemente danneggiato dal Governo centrale, tanto a Roma quanto a Bruxelles. Trovo semplicemente assurdo che una regione come il Veneto, che è sempre stata la locomotiva d’Italia ma che oggi sconta, al pari di tutto il Paese, una pesante crisi economica ed occupazionale con un totale di oltre 170.000 disoccupati, venga ingiustamente penalizzata su un tema così importante come quello della disoccupazione giovanile – conclude Bizzotto – Invece di compiacersi per questi finanziamenti europei in arrivo da Bruxelles, il Governo Letta farebbe bene a spiegarci perché mai un ragazzo veneto disoccupato debba avere meno aiuti di qualunque altro ragazzo italiano”.