Casse rurali trentine, semestrale da record

Crescono i risparmi, la liquidità e gli investimenti per la prima casa. La situazione economica generale preoccupa, il credito cooperativo continua a sostenere famiglie e imprese. 

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casse rurali trentine

Lo scenario geopolitico e macroeconomico italiano ed internazionale è di quelli che spaventano, e molto: nonostante nel 2021 il Pil del Trentino sia cresciuto del 6,9%, il 2022 ha portato purtroppo in dote fattori negativi imprevistiche stanno compromettendo la ripresa e addirittura fanno temere una recessione, dove il sistema delle Casse rurali trentine cerca di agire da cuscinetto.

Guerra, rincari vertiginosi dell’energia e di altre materie prime essenziali, inflazione oltre l’8%, conseguenti politiche monetarie restrittive, e sullo sfondo una situazione demografica di denatalità che sembra inarrestabile e che fa temere nel medio-lungo periodo una contrazione strutturale della produzione e dei consumi.

Ciò nonostante, l’andamento del primo semestre del 2022 delle 12 Casse rurali trentine, in linea con quello registrato dal risultato complessivo del Gruppo Cassa Centrale Banca, evidenzia una dinamica positiva dei principali indicatori, e consente quindi di guardare avanti con relativa serenità, sia rispetto alla capacità del sistema bancario locale di dare risposte ai bisogni delle famiglie e delle imprese, sia in termini di resistenza ad un eventuale peggioramento del quadro congiunturale e della qualità degli attivi.

Il primo semestre del 2022, conferma l’andamento positivo delle masse intermediate già registrato nel 2021: raccolta complessiva in crescita (+2,3% su base annua), soprattutto quella diretta (+4,5%), aumento dei crediti netti alla clientela (+1%), con una leggera flessione dei crediti alle imprese (-2%) e un aumento di quelli alle famiglie (+4%), con una tendenza al rialzo, in particolare, delle nuove erogazioni per l’acquisto della prima casa(172 milioni nel primo semestre, 20 milioni in più dell’anno scorso, per un totale di oltre 1.100 domande accolte). Cresce anche la liquidità disponibile, con un rapporto tra impieghi e raccolta diretta che scende al 70,5%.

Anche il conto economico semestrale delle Casse rurali trentine porta dati positivi su tutte le voci più significative: crescono il margine di interesse (+53,3%) e le commissioni nette (+7,8%): il margine di intermediazione, con un risultato di 271 milioni per il primo semestre, migliora quindi complessivamente del 17,5% su base annua. In ulteriore flessione i costi operativi (-1,4%), con una riduzione più evidente delle speseper il personale (-5,6%). L’utile del primo semestre si attesta a 111 milioni, con una variazione positiva del 52,5%rispetto a un anno fa.

Grazie all’ulteriore incremento degli utili destinati a rafforzare le riserve indivisibili, il principale indicatore di solidità patrimoniale delle Casse rurali trentine si conferma ai vertici del sistema bancario: CET1 al 23,9%, nettamente migliore della media nazionale (15,3%), e leggermente superiore al dato medio dell’intero Gruppo Cassa Centrale (22,3%).

Anche la qualità del credito continua a migliorare: i crediti deteriorati registrano una diminuzione del 13,8% su base annua, che vale una riduzione di oltre 100 milioni da giugno 2021 a giugno 2022. Ancora più significativa la riduzione delle sofferenze: -23,3% rispetto a metà 2021. Tendenza confermata anche dal dato riferito alle svalutazioni dei crediti in portafoglio, che nei primi sei mesi del 2022 sono pressoché dimezzate (-48,7%) rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nei diversi settori e rami di attività, il calo delle sofferenze è generalizzato (famiglie consumatrici -21%, società non finanziarie -36%, artigiani e famiglie produttrici -13%) come pure quello delle inadempienze probabili e delle partite scadute.

In un contesto in cui sembra tornare di attualità il tema del presidio del territorio, nonostante il processo di digitalizzazione che interessa sempre di più il sistema dei pagamenti e il rapporto con la clientela, è utile riflettere anche sulla dinamica degli sportelli: negli ultimi dieci anni, mentre il numero complessivo delle Casse rurali trentine si è ridotto di quasi tre quarti (da 46 a 12, con due fusioni anche nei primi sei mesi del 2022), il numerodegli sportelli in Trentino (241 al 30 giugno 2022) è calato del 28% rispetto al picco massimo di 336 registrato nel 2010. Va considerato che nello stesso arco temporale, le altre banche presenti sul territorio hanno chiuso il 60%delle filiali.

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