Termovalorizzatore del Trentino: anche Fugatti si converte

Certo, fa specie ricordare come colui che oggi fa l’ennesimo testa-coda politico fosse, nella scorsa legislatura, tra i più acerrimi contrari all’infrastruttura. Quanto alla localizzazione, quella ideale è Rovereto, dove c’è già la rete di teleriscaldamento per sfruttare il calore di risulta dell’impianto.  Di Claudio Civettini, già consigliere provinciale del Trentino.

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termovalorizzatore di bolzano
Il termovalorizzatore di Bolzano, impianto modello per quello trentino.

In politica, la prima regola è “mai dire mai” e l’attuale presidente del Trentino uscente, il leghista Maurizio Fugatti, ne è la puntale incarnazione, con l’ennesimo testa-coda politico che butta all’inceneritore almeno una legislatura di battaglie condotte contro la realizzazione dell’impianto termovalorizzatore per chiudere localmente il ciclo dei rifiuti e sfruttare energeticamente tutto quanto non si riesce a gestire con la già ottimale raccolta differenziata. Non si contano le battaglie condotte dalla Lega Trentino contro i termovalorizzatori, anche con clamorose manifestazioni sotto il Consiglio provinciale e nel luogo dove avrebbe dovuto sorgere presso la discarica di Trento.

Quella sul termovalorizzatore non è che l’ultimo repentino cambio di direzione della linea politica della Lega trentina – ammesso che Fugatti imperante ne abbia mai avuta una -: da qui all’ottobre 2023 quando si eleggerà il nuovo vertice dell’Autonomia trentina ce ne saranno molte altre nel fatuo tentativo di mantenere una guida della Provincia rocambolescamente conquistata nel 2018, più sull’onda ascendente di Salvini che di quella di Fugatti & Co. E nel 2023 la parabola di Salvini. – e di Fugatti & Co. – sarà compiuta definitivamente.

claudio civettini
Claudio Civettini.

Comunque sia, non si può che essere favorevoli alla realizzazione dell’inceneritore anche in Trentino, visto che impianti di questo genere sono ormai pienamente sicuri, come dimostra l’esperienza ultraventennale di quello di Bolzano che produce anche energia termica ed elettrica contribuendo ad abbattere l’inquinamento in città.

Detto del favore politico per la realizzazione dell’impianto rimane da sciogliere la questione della localizzazione, con Trento e Rovereto rimaste in lizza dopo l’analisi tecnica. Da Lagarino esprimo il personale favore alla realizzazione del termovalorizzatore a Rovereto, visto che è qui che l’impianto può dare il massimo rendimento sfruttando la rete di teleriscaldamento esistente oggi alimentata da una turbina funzionante con costosissimo gas metano. Ecco, realizzare la linea di termovalorizzazione a fianco dell’attuale centrale di cogenerazione nella zona industriale di Rovereto – dove già esistono gli spazi sufficienti – potrebbe essere la soluzione ideale, senza alcun onere ambientale aggiuntivo per gli abitanti della Vallagarina che, da par loro, potrebbero trarre vantaggio in termini di tariffe di teleriscaldamento più contenute per gli utenti allacciati o di tariffe elettriche scontate per tutte le utenze non servite dal teleriscaldamento.

Dopo che Fugatti e la giunta leghista ha finalmente passato il Rubicone politico, spero solo che non si perda altro tempo prezioso per realizzare l’impianto, anche per evitare fatti come quello accaduto l’altro giorno alla discarica di Trento, dove una massa di ingombranti in attesa di essere destinata allo smaltimento in qualche impianto fuori Trentino ha preso fuoco.

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