L’analisi di Prometeia sul sistema manifatturiero italiano sul II trimestre 2022

Produzione in crescita (+2,6%), meglio di Francia, Spagna e Germania, ma si avvertono segnali di rallentamento. 

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analisi di Prometeia

La produzione manifatturiera italiana, secondo l’analisi di Prometeia-Intesa Sanpaolo sui settori industriali, ha mantenuto buoni ritmi di crescita dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, registrando un +2,6% tendenziale nel periodo marzo-maggio 2022, un risultato migliore di quello di Francia (+1,9%), Spagna (+1,6%) e soprattutto Germania andata in negativo (-2,2%), penalizzata dal crollo della produzione automotive, che ha trascinato al ribasso anche i settori a monte della filiera.

Secondo l’analisi di Prometeia, però, «le indicazioni qualitative mostrano chiari segnali di rallentamento, con il ritorno in negativo delle attese sulla produzione e dei giudizi sugli ordini esteri. A fronte del perdurare del conflitto, con crescenti timori di blocco delle forniture energetiche, della svolta nelle politiche monetarie e delle criticità nello scenario politico italiano, aumentano i rischi di un netto peggioramento delle condizioni di domanda, sia sul mercato nazionale che su quelli esteri».

La crescita dell’attività italiana si è affiancata a un ulteriore forte aumento dei prezzi alla produzione (+12.9% nei primi cinque mesi dell’anno, al netto dei prodotti petroliferi), superiore a quello dei concorrenti europei (Spagna +11.8%, Germania +10.6%, e Francia +10.3%), che può riflettere una serie di fattori: una diversa struttura produttiva, ma anche la presenza, in Italia, di condizioni di domanda che hanno consentito una traslazione più rapida dei rincari di costo determinati dal rally delle materie prime, in particolare nei settori incentivati, come quelli legati alle costruzioni. Grazie alla dinamica dei prezzi, il fatturato manifatturiero a prezzi correnti ha registrato una crescita del 17,7% tra gennaio e aprile 2022 (ultimo mese disponibile).

Anche al netto della spinta inflativa, comunque, le imprese manifatturiere italiane hanno registrato una buona dinamica (+4.6% la stima di crescita del fatturato deflazionato dei primi quattro mesi del 2022), grazie al sostegnodella domanda interna, in particolare degli investimenti in costruzioni, e alle buone performance sui mercati esteri.

Il confronto con i concorrenti europei evidenzia una maggiore capacità dell’Italia di cogliere le opportunità sui mercati internazionali: nei primi tre mesi dell’anno, le esportazioni al netto dei prodotti petroliferi, hanno registratouna crescita del 21,2% a valori correnti, migliore di quella francese (+17,2%), spagnola (+16,5%) e tedesca(+8,9%), grazie ai risultati ottenuti sui mercati europei e negli Stati Uniti. La tendenza è confermata anche dai dati più recenti, dove spicca un balzo prossimo al 30% delle vendite negli Usa nel gennaio-maggio 2022, sostenuto dall’evoluzione favorevole del cambio, nonostante un contesto di generale rallentamento del commercio internazionale.

La classifica settoriale per fatturato deflazionato vede una crescita diffusa nel periodo gennaio-aprile 2022, fatta eccezione per Autoveicoli e moto (-11,7%) ed Elettrodomestici (-5,9%). Nel primo settore pesano, come in Germania, la mancanza di componenti strategiche e la ridotta domanda sul mercato europeo, fattore che penalizza anche gli Elettrodomestici dopo la forte espansione del 2021. Punte di maggior dinamismo emergono per Sistema Moda (+19,1%), trainato dai risultati di export e dai bassi livelli di attività della prima parte del 2021, Elettronica (+11,7%), con i beni digitali ancora al centro delle spese di famiglie e imprese, e Prodotti e Materiali da Costruzione (+8,1%), favoriti dal traino degli incentivi. Sopra la media manifatturiera anche Farmaceutica (+7,3%) e Alimentare e bevande (+5,4%).

Discorso a parte, secondo l’analisi di Prometeia, meritano i produttori di beni intermedi (Metallurgia, Intermedi chimici, Altri intermedi), tutti altamente energivori, che presentano una dinamica ancora molto forte in termini di vendite, con incrementi di prezzo che non hanno precedenti nel recente passato, ma evidenziano, al contempo, una netta frenata della produzione, che riflette la forte incertezza dello scenario.

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