Rai e Mediaset, confronto finanziario impietoso

I bilanci delle due principali realtà informative evidenziano una pesante differenza di redditività e di efficienza. 

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rai mediaset

Il confronto dei risultati finanziari dei due principali gruppi radiotelevisivi italiani, Rai e Mediaset, è semplicemente impietoso, con il primo che, nonostante 1,8 miliardi di entrate dalle tasse del canone pubblico, riesce a fare a malapena 10 miseri milioni di utile nel 2021, a fronte di 2,7 miliardi di euro di ricavi, i migliori degli ultimi anni, in crescita rispetto al 2020 di 178 milioni di euro. Tutt’altra musica – soprattutto per i suoi azionisti principali, la famiglia Berlusconi – che taglia il traguardo di 2,9 miliardi di ricavi e un utile di ben 374 milioni di euro, il più alto degli ultimi anni.

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A pesare negativamente sul fronte Rai c’è il costo del moloch del personale, 12.000 unità contro i 5.000 del Biscione: per la Rai il costo delle buste paga è di un miliardo, contro i 343 milioni di euro di Mediaset, solo un terzo della Rai, nonostante meno della metà del personale. In casa del cavallo morente pesano negativamente il numero dei dipendenti graduati, con la bellezza di ben 273 dirigenti, uno ogni 44 dipendenti scarsi, decisamente elevati. Pesante anche il costo medio dei 2.000 giornalisti per l’azienda, circa 140.000 euro l’anno.

A pesare negativamente in casa Rai anche le mancate sinergie di gruppo, con la tanto annunciatanewsroommai attuata per i veti dei vari potentati aziendali, che vedono al suo interno tanti differenti luoghi di potere (dai tre telegiornali delle reti principali, alla testata della Tgr delle sedi regionali al canale “all news 24”), ai canali tematici, alla radio, dove il criterio premiante per fare carriera e per proporre programmi e approfondimenti è stato nel tempo quello dell’appartenenza politica, meglio se indirizzato verso il fronte sinistro.

E quando si tratta di fare qualche servizio sul territorio, a differenza del concorrente privato che manda una sola squadra per tutte le reti, in casa di mamma Rai si mandano squadre di dipendenti: per ciascuna testata giornalistica, scattano all’ordine di servizio in trasferta almeno un giornalista, un giornalista telecineoperatore e un tecnico-autista, con il rischio di creare ingorghi sulle strade e assembramenti nei luoghi da raccontare. Dimenticandosi del fatto che sul territorio esistono ben 21 sedi territoriali che utilmente ben potrebbero effettuare attività di servizio anche per le consorelle nazionali, con notevole beneficio per i costi aziendali – che registrano nel 2020 perdite operative per 125 milioni.

Insomma, come recitava una vecchia promozione per indurre al versamento dell’obolo tributario più odiato dagli italiani – e prima dell’inserimento del canone nella bolletta elettrica: grazie Renzi! – e largamente evaso, Rai, di tutto e di più. Soprattutto più sprechi e scialo.

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00:00 introduzione

00:30 confronto Rai-Mediaset, confronto finanziario impietoso

02:30 i costi operativi di Rai sono decisamente elevati, con il doppio dei dipendenti

03:45 i tanti, troppi dirigenti Rai rispetto a Mediaset

05:00 i costi delle 20 sedi regionali Rai

06:30 Mediaset ha concentrato tutti i service esterni in un unico centro produttivo

08:20 rivisitazione del servizio pubblico informativo, staccandolo dalla sola Rai