Commercialisti del Triveneto: cultura e impresa binomio per la competitività

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Oltre 150 professionisti da tutto il Nord Est hanno partecipato oggi al convegno “CV Forum 2022 – La gestione dei beni artistici e culturali per la crescita ed il rilancio del sistema paese” organizzato dal periodico “Il Commercialista Veneto” e dall’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie (ADCEC Tre Venezie) in collaborazione con il centro aiku (Arte-Impresa-Cultura) dell’Università Ca’ Foscari Venezia e l’ODCEC di Venezia. L’incontro rappresenta l’appuntamento conclusivo delle “Giornate del Triveneto” 2021/2022, il percorso formativo che l’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie propone annualmente.

Il binomio tra cultura e impresa come motore di competitività per il sistema produttivo è stato il filo rosso del convegno che ha esplorato la sempre più diffusa contaminazione tra questi due mondi e ha indagato il ruolo cruciale delle industrie culturali e creative come settori strategici per accompagnare e facilitare la ripresa economica e industriale italiana del post pandemia.

“Un binomio sempre più stretto tra cultura e impresa rappresenta un motore di competitività che fa nascere un circolo virtuoso da cui questi due mondi, apparentemente distanti, possono trarre benefici reciproci in termini di innovazione e di sviluppo, come dimostrano le storie e le testimonianze di artisti, manager e imprenditori che abbiamo ascoltato in questa giornata – hanno commentato Michele Sessolo, Presidente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie (ADCEC Tre Venezie) e Adriano Cancellari, Direttore de “Il Commercialista Veneto” – Le loro testimonianze sono la conferma che l’incontro tra arte, cultura e impresa può attivare e stimolare il cambiamento culturale, generando un impatto importante anche nello sviluppo della competitività del sistema produttivo, contribuendo a immaginare nuovi modi di essere impresa nel quadro di un’evoluzione sostenibile dei modelli di sviluppo economico. Questa giornata ha dunque rappresentato un’occasione per esplorare le diverse accezioni della parola cultura che significa patrimonio culturale materiale e immateriale, arte, bellezza, ma anche industria culturale e creativa, cultura d’impresa e gestione del patrimonio culturale. Un’occasione anche per noi professionisti per allargare l’orizzonte e ragionare in un’ottica di multidisciplinarietà e collaborazione, oltre che riflettere su opportunità, specializzazioni e nuovi sbocchi professionali per il commercialista, che sempre di più svolge un ruolo di consulente a tutto tondo delle imprese”.

Interazione economia-cultura: il Veneto, una regione dinamica:

Nell’introdurre le tre sessioni tematiche che hanno scandito il convegno – il buon management dei beni artistici e museali, i musei d’impresa e l’ibridazione tra arte e impresa – Fabrizio Panozzo, Professore di Politiche Culturali dell’Università Ca’ Foscari Venezia, ha messo in luce alcuni dati rilevanti riferiti alla regione Veneto che sono emersi dalle ricerche e dalle attività condotte da aiku (Arte-Impresa-Cultura), il centro dell’Università Ca’ Foscari dedicato all’interazione tra cultura, processi creativi e imprenditorialità, e che tracciano un quadro di riferimento regionale sul fenomeno di interazione tra economia e cultura.

In particolare, guardando alla presenza di imprese culturali e creative, le ricerche di aiku hanno rilevato che in Veneto operano 15.000 imprese classificabili come “culturali e creative”, un numero in costante aumento negli ultimi cinque anni e che segnala la progressiva professionalizzazione degli operatori culturali. Resta però ancora minoritaria la quota di imprese operanti nella produzione artistica in senso stretto (musica, teatro, cinema, arti visive, danza), pari al 5,8%, mentre la quota di gran lunga maggioritaria (62,3%) è costituita da produttori di servizi creativi e ad alta intensità di innovazione (architetti, designer, comunicatori, varie figure nel campo del digitale).

Guardando al lavoro culturale, al di fuori della forma imprenditoriale continua ad essere molto vivace il mondo della produzione culturale svolto in forma associativa, libero professionale o occasionale. In questo caso sono dominanti le realtà operanti nel campo della produzione artistica. La quota più significativa (28%) si occupa di teatro, con a seguire la danza (17%), la musica (12%), la gestione di spazi culturali (11%) e le attività educative (21%).

Con riferimento al patrimonio museale, le ricerche di aiku hanno provato a verificare il grado di penetrazione delle tecnologie digitali nella gestione dei musei, rilevando che i 478 musei di ogni dimensione operanti in Veneto dedicano solo una piccolissima frazione (0,8%) delle loro risorse finanziarie all’investimento in infrastrutture digitali, mentre resta maggioritaria (54%) la percentuale di musei che non ha adottato alcuna soluzione digitale. Tra queste ultime domina nettamente la presenza sui canali social (il 68% dei musei la segnala come la principale innovazione digitale), mentre appaiono nettamente meno rilevanti gli interventi di digitalizzazione di archivi e collezioni, segnalati come caratterizzanti dal 22% dei musei, e di utilizzo di soluzioni digitali quali la realtà aumentata per innovare le esposizioni, segnalati come caratterizzanti dal 17% dei musei.

In grande espansione è il fenomeno dei “musei d’impresa” e più in generale degli spazi dedicati dalle aziende alla valorizzazione del proprio patrimonio: le ricerche di aiku ne hanno mappati 74 in Regione Veneto suddivisi tra realtà promosse direttamente dalle imprese (68%) e musei del lavoro promossi e gestiti da comuni e associazioni (32%). Si tratta di numeri in significativa crescita: tra il 2010 e il 2021 il numero di musei d’impresa in Veneto è aumentato del 23%.

Favorire le collaborazioni tra arte e impresa è una delle attività caratterizzanti di aiku: le rilevazioni del centro di ricerca evidenziano come lo strumento della residenza artistica in impresa, lanciato nel 2017, si è espanso significativamente nell’ultimo quinquennio passando dai primi episodi isolati ad aumenti di circa il 20% ogni anno. Ad oggi, il centro aiku ha catalogato 74 episodi di collaborazione tra arte e impresa che hanno visto la presenza concreta dell’artista nei processi aziendali e la produzione di opere d’arte. La maggior parte degli interventi si posiziona nel campo delle arti visive (53%) e quote significative sono occupate da interventi eseguiti con il linguaggio cinematografico (24%) e con quello teatrale (11%).

Le tre sessioni del CV Forum 2022:

Il primo panel del convegno è stato dedicato alla presentazione di modelli virtuosi, sostenibili e replicabili nell’ambito del cultural heritage e della gestione museale attraverso l’intervento di direttori di musei, teatri e fondazioni del Triveneto. A confrontarsi sono stati: Alessandra Cattoi, Direttrice della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Monica Celi, Direttrice del Museo di Storia Naturale ed Archeologia di Montebelluna, Babet Trevisan, Coordinatrice ICOM per il Triveneto e Responsabile del Museo e delle Manifestazioni Culturali della Fondazione Querini Stampalia, e Antonio Tasca, Direttore Generale della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

La seconda sessione ha approfondito il tema della musealità d’impresa come manifestazione della cultura d’impresa, considerata sempre più un potente driver di competitività, con le storie di alcune aziende che hanno scelto di realizzare un museo per raccontarsi: il Museo della Chiave Bianchi 1770 di Keyline, la Tipoteca di Grafiche Antiga, il museo dedicato alla storia della stampa e del design tipografico, il Museo del Rame Navarini, il Museo del Legno di Bottega del Soffitto e il Museo Storico Birra Pedavena.

Infine, la terza sessione ha esplorato la contaminazione tra il mondo delle imprese e quello dell’arte contemporanea che sta muovendo verso terreni e sperimentazioni inediti, con esiti che elevano la creatività a paradigma di cambiamento e innovazione strategica, tanto nei processi quanto nei linguaggi. La sessione ha raccontato come artisti, designer e professionisti del mondo dello spettacolo comincino ad abitare le aziende per rileggere l’identità e la cultura d’impresa fino a dar vita, in alcuni casi, a nuovi modelli di business.

Nello specifico, ad essere presentati sono stati due progetti in cui l’arte è entrata in azienda: il primo, Habitat X aRt, di Mab Home Furniture e Fondazione Štepán Zavrel realizzato dal media artist Andrea Santini ha coinvolto due eccellenze italiane nel campo della produzione di elementi d’arredo e camere di design (MAB Home Forniture) e nell’ambito dell’illustrazione artistica (Fondazione Štepán Zavrel), che si sono incontrate con nuove modalità di collaborazione tramite uno spazio virtuale comune per espandere in maniera innovativa la propria presenza nel digitale per raggiungere un pubblico nuovo. Il secondo, Obeya Dance Hall, è un progetto partecipativo realizzato da D20 Art Lab per Electrolux che vuole esplorare il rapporto uomo macchina in uno stabilimento ad alta intensità tecnologica come quello di Susegana e che ha coinvolto in un laboratorio di danza il personale dello stabilimento a tutti i livelli organizzativi.

Sono state poi portate le testimonianze di Arte-Mide e Zelda Teatro, due esempi di come i linguaggi teatrali possano contribuire a creare una nuova narrazione dell’impresa, di un territorio e del suo patrimonio imprenditoriale. Chiarastella Serravalle ha portato l’esperienza di Arte-Mide, un‘associazione di ricerca culturale e produzione artistica, impegnata nella sua attività a sostegno del patrimonio immateriale veneziano, raccontando in particolare Feeling Venice, un progetto che ha come obiettivo quello di sviluppare un archivio del patrimonio intangibile umano e naturale legato alla Laguna, alla tradizione, ai suoi abitanti e ai suoi materiali. #FeelingVenice è anche una social campaign fatta di poster, cartoline da scrivere e altre iniziative, di cui i cittadini veneziani saranno protagonisti, partecipando alla creazione di un archivio digitale fatto di memorie personali, di parole, di immagini, di gesti e di suoni. Le memorie faranno parte del Patrimonio Intangibile della Laguna, presso l’Archivio Vittorio Cini. Attraverso la voce di Filippo Tognazzo, anima creativa di Zelda Teatro, è stata, infine, raccontata l’attività di questa compagnia teatrale professionale che, tra le sue iniziative, ha preso parte a un progetto di teatro d’impresa nato per valorizzare le imprese tradizionali e creative del territorio veneto.