Soddisfazione di Zaia e Chisso. La nuova struttura consentirà all’Adriatico di diventare un nuovo polo logistico per il centro e nord Europa
La Valutazione d’Impatto ambientale ha dato il suo benestare alla realizzazione del nuovo porto off shore di Venezia che sarà realizzato tramite la costruzione di una piattaforma d’altura a circa 8 miglia nautiche al largo della bocca di porto di Malamocco, in un’area dove i fondali hanno una profondità naturale di 20 m. Il terminal d’altura permetterà alle più grandi navi di oggi e di domani di toccare il Porto di Venezia senza scavare ulteriormente i canali lagunari. Grazie alla nuova piattaforma, il Porto di Venezia sarà tra i pochi in Italia dove potranno attraccare navi da 20.000 TEU. Sarà inoltre possibile distribuire le merci ai mercati europei e italiani sfruttando di volta in volta gli scali terrestri più convenienti. Il terminal diventerà dunque l’anello di congiunzione tra i poli logistici esistenti e i traffici marittimi del commercio globalizzato.
La piattaforma d’altura tratterà principalmente container e petrolio. Per quanto riguarda il settore petrolifero, il terminal sarà collegato agli impianti della costa attraverso un oleodotto. In questo modo le navi petroliere saranno estromesse dalla laguna, attuando quanto previsto dalla legislazione speciale per Venezia. Il nuovo terminal accoglierà anche le navi portacontainer dal maggior pescaggio, dando supporto alla piattaforma logistica e ai terminal portuali di Montesyndial, Chioggia, Mantova e Porto Levante per la movimentazione dei container. Il terminal d’altura inoltre sarà collegato con il sistema fluviale.
La realizzazione del terminal d’altura porterà benefici occupazionali e economici, e avrà ripercussioni benefiche anche sull’ambiente. Infatti far arrivare le merci a Venezia significa risparmiare 5 giorni di navigazione, riducendo le emissioni di gas serra (per ogni container movimentato verso Monaco via Venezia anziché attraverso un porto del Nord Europa possono essere emessi fino a 97 kg di CO2 in meno). Inoltre, la nuova struttura consente di ridurre i dragaggi dei canali portuali (risparmio economico e beneficio ambientale), oltre ad aumentare la sicurezza della navigazione all’interno della laguna.
Soddisfatti i vertici della regione del Veneto: “il parere favorevole con prescrizioni della VIA nazionale al progetto di porto off shore di Venezia apre la strada alla realizzazione di un’opera capace di garantire il futuro sostenibile di Venezia e di rilanciare l’economia dell’intera area dell’Alto Adriatico nel suo rapporto con il Baltico e con l’intera realtà economica toccata da questo corridoio” ha ribadito il presidente Luca Zaia, secondo il quale “così come il Canale di Suez ha cambiato il sistema di trasporto marittimo tra Europa e Asia nel secolo scorso, questa grande infrastruttura ci permette di aprire, anche guardando ad un’intesa con gli altri porti dell’Alto Adriatico e al corridoio intermodale col Baltico, un nuovo Canale, quello che definisco il “Suez del Terzo Millennio” lungo la stessa direttrice, divenuta oggi tra quelle più economicamente importanti del pianeta”.
“Un ulteriore motivo di soddisfazione – ha concluso Zaia – riguarda le prescrizioni all’approvazione del progetto, tra le quali c’è la previsione dell’analisi degli impatti dell’opera sulle attività di pesca e di acquacoltura, con le relative mitigazioni e compensazioni e previsioni economiche: un obiettivo che la Regione ha fortemente cercato e che ha trovato la piena disponibilità e collaborazione del sistema della pesca del Veneto”.
“E’ una bella notizia per Venezia, per la conservazione dell’equilibrio della sua laguna, per il suo rilancio dal punto di vista economico. Speriamo che si possa passare alla realizzazione nel più breve tempo possibile” ha detto l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, commentando il parere favorevole espresso dalla Commissione nazionale di Valutazione d’Impatto Ambientale al progetto del porto off shore al largo della laguna.
Sarà anche una sfida economica oltre che finanziaria: l’opera sarà finanziata quasi esclusivamente dai provati: sui 2,5 miliardi di euro preventivati, il contributo dello Stato sarà di soli 100 milioni di euro.