Imprese nella morsa di credito scarso e costoso e debiti della pubblica amministrazione: in 1 anno finanziamenti diminuiti di 41,5 miliardi, e lo Stato deve 91 miliardi

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euro denaro soldi moneta 1Male il Veneto: -7,9% i prestiti all’artigianato, peggio solo la Sardegna -8,8%. Tiene il Trentino Alto Adige con un calo del 4,3%

Sempre meno credito alle imprese italiane: tra maggio 2012 e maggio 2013 i prestiti bancari alle aziende sono diminuiti di 41,5 miliardi di euro, pari al -4,2%. Contemporaneamente, il debito accumulato dalla pubblica amministrazione verso le imprese ammonta ad almeno 91 miliardi. Lo rileva un rapporto di Confartigianato che ha ‘misurato’ la crisi di liquidità che soffoca gli imprenditori italiani: da una parte i finanziamenti bancari sempre più scarsi e costosi, dall’altra i mancati pagamenti del comparto pubblico che non onora i propri debiti. Una morsa che sta stritolando le nostre imprese.

Le più colpite dal razionamento del credito sono le imprese artigiane, in particolare quelle venete: a dicembre 2012 lo stock di finanziamenti è diminuito del 5,7% rispetto a fine 2011, e si attesta a 52,5 miliardi. Una stretta che si accentua, di molto, se si restringe l’osservazione al Veneto: le imprese hanno dovuto subire un calo superiore di oltre due punti percentuali, -7,9%, il peggior dato regionale dopo quello della regione Sardegna pari al -8,8%. Ne va meglio per le altre realtà delNordEst: il Friuli Venezia Giulia fa registrare un calo del 7,2%, mentre l’Emilia Romagna il calo è del 7,1%. Si salva, in parte, il Trentino Alto Adige, dove la stretta creditizia si ferma al -4,3%.

“I risultati della ricerca – sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero – confermano che la situazione creditizia delle PMI, è molto critica. Quel che è più grave e paradossale è che come imprenditori, siamo costretti ad indebitarci con le banche per compensare i mancati pagamenti da parte del comparto pubblico e di altre aziende. Il nostro problema di liquidità deve essere affrontato con uno sforzo comune straordinario e un impegno responsabile da parte del sistema bancario. Soprattutto, per scaricare le tensioni creditizie delle piccole imprese, occorre risolvere subito il gravissimo problema dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese con la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti del settore pubblico verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo Stato”.