Lo “strano” concorso per il nuovo giornalista del Comune di Trento scatena le reazioni della politica

Bridi: «oltre ad escludere dal concorso, contro le disposizioni di legge, la figura del giornalista pubblicista, sono quanto mai originali i requisiti richiesti ai candidati». 

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concorso nuovo giornalista
Il vicepresidente del Consiglio comunale di Trento, Vittorio Bridi.

Il concorso per l’assunzione di un nuovo giornalista dell’ufficio stampa del comune di Trento in sostituzione di uno prossimo alla pensione come ha sottolineato il sindaco Franco Ianeselli, sta suscitando la reazione del vasto mondo dei giornalisti pubblicisti, ingiustamente esclusi dalla selezione, una reazione raccolta e fatta propria da Vittorio Bridi, vicepresidente del Consiglio comunale ed esponente della Lega fu Nord di lungo corso.

Bridi ha presentato al sindaco una dettagliata interrogazione, attaccando con una stilettata ai trascorsi da sindacalista Cgildel sindaco Ianeselli: «da lei, Sindaco Ianeselli, uomo che da sindacalista si ricordano numerosissime battaglie contro le discriminazioni, non ce lo si sarebbe mai aspettato, soprattutto non se lo sarebbero aspettato quelle centinaia di giornalisti pubblicisti sottopagati che cercano una migliore affermazione. Con il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di un nuovo giornalista a servizio del Comune, lei ha fatto una palese discriminazione, oltretutto ingiustificata: l’aver escluso dal concorso la figura del giornalista pubblicista, quando la stessa norma parifica la figura del giornalista pubblicista e professionista per l’accesso agli incarichi pubblici».

A supporto della sua affermazione, Bridi cita il caso della provincia di Trento: «oltretutto, una discriminazione ancora più inspiegabile se si considera che solo pochi mesi fa, la provincia di Trento, per l’assunzione di 4 nuovi giornalisti per il proprio ufficio stampa, ha fatto una selezione aperta ad entrambe le figure professionali del mondo giornalistico: professionisti e, soprattutto, pubblicisti».

Bridi ricorda anche la normativa in essere, non rispettata da chi ha steso il bando di concorso: «stante le numerose proteste che abbiamo ricevuto da parte dei tanti giornalisti pubblicisti ingiustamente e crediamo inspiegabilmente esclusi in barba alla legge n. 150/2000, legge statale che dovrebbe vigere anche sul territorio del comune di Trento, riteniamo doveroso che il comune di Trento sospenda in autotutela il bando di concorso e provveda alle opportune modifiche, a partire dall’annullamento dell’ingiustificata e discriminante esclusione dal provvedimento dei giornalisti pubblicisti».

Non solo, Bridi si sofferma anche sui requisiti richiesti ai candidati del concorso: «prendendo sempre come riferimento la selezione effettuata dalla provincia di Trento, non si capisce perché il bando del comune di Trento preveda il requisito delpossesso di un’anzianità minima “di 5 anni anche non continuativi: come giornalista professionista nella qualifica di vice caposervizio o qualifica superiore con rapporto di lavoro subordinato, svolta presso la redazione di giornali quotidiani o periodici, presso agenzie di informazione quotidiane per la stampa, presso emittenti radiotelevisive, con iscrizione all’AlboNazionale dei Giornalisti nell’elenco dei professionisti; come giornalista professionista con rapporto di lavoro subordinato presso amministrazioni pubbliche in figure professionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, con iscrizione all’Albo Nazionale dei Giornalisti nell’elenco dei professionisti; nell’esercizio della libera professionedi giornalista, con iscrizione all’Albo Nazionale dei Giornalisti nell’elenco dei professionisti; essere iscritti all’Albo nazionale dei giornalisti nell’elenco dei professionisti”. Anche qua, si discrimina – chiosa Bridi – tra i giornalisti che lavorano presso strutture private, per i quali è richiesta un’anzianità di 5 anni come “graduato” nelle redazioni, mentre nessuna anzianità di servizio è prevista per i giornalisti già in servizio presso altre amministrazioni pubbliche o che svolgono il loro incarico come lavoratore autonomo».

«Non solo: pure nella qualificazione finale del punteggio per titoli si discrimina e male, dando maggiore punteggio ad un voto di laurea massimo (110/110) – prosegue Bridi -, mentre si svaluta un titolo come un master post laurea: crediamo che da che mondo è mondo, una persona che, oltre alla laurea, pure con il massimo dei voti, che ha fatto anche un master dovrebbe potere pesare di più sulla bilancia delle preferenze per via della maggiore qualificazione professionale. Infine, come la si mette se un caporedattore o un direttore di Testata giornalistica volesse partecipare al concorso indetto dal Comune? I suoi titoli, stando al contenuto del bando, non vengono presi in considerazione, nonostante sia una persona che possa vantare una qualificazione professionale ben maggiore rispetto a quella di un giornalista semplice o da graduato».

Stante questa premessa, Bridi chiede al sindaco Ianeselli «se non si ritenga, ingiustificata e pure in contrasto con la legge n. 150/2000, la discriminazione effettuata dal comune di Trento nel bando per la selezione del nuovo giornalista comunale; se convenga circa la necessità di sospendere in autotutela il bando provvedendone a sanare il contenuto, eliminando le odiose disparità in esso contenute sia a livello della qualifica professionale, dell’anzianità di servizio esclusivamente riguardante i candidati che hanno prestato servizio da dipendente privato e la valutazione dei titoli professionali posseduti, facendo valere il possesso di un master ben più del voto finale di laurea».

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