Turismo in Italia: oltre 26 miliardi (+11,8%) di spesa in 2022

Analisi di Demoskopika sul settore in ripresa, nonostante la guerra in Ucraina. Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna in testa per ammontare della spesa turistica. 

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Enogastronomia uno dei motori del turismo italiano del 2022.

Oltre la metà degli italiani (51%) avrebbe deciso di andare in vacanza per i prossimi mesi, con il 16% che ha già prenotato: sono segnali incoraggianti di recupero del turismo in Italia, secondo l’indagine condotta da Demoskopika che ha stimato i flussi turistici sulla base dell’imposta di soggiorno rilevabile dal sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE) e delle recenti previsioni dell’Istat per il 2021.

Al netto di chi ci sta pensando ma manifesta ancora un livello di indecisione (18%), gli italiani pronti a fare le valigie sarebbero circa 30 milioni di individui. Il 2022 segnerebbe un incremento dei flussi turistici in Italia: quasi 343 milioni di presenze e poco più di 92 milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 35% e al 43% rispetto all’anno precedente.

Segnali in ripresa per il turismo in Italia settore che è ancora al di sotto dei risultati registrati nel 2019, con un -21,4% di presenze e un -29,6% di arrivi. Effetto traino anche sulla spesa turistica che, in valore assoluto, supererebbe i 26 miliardi di euro. E, intanto, la guerra in Ucraina non risparmia gravi contraccolpi sul turismo italiano: poco meno di 6 milioni di italiani hanno già rinunciato alla vacanza per timore degli effetti del conflitto. Infine, per l’anno in corso stimata l’assenza dall’Italia di oltre 300.000 turisti ucraini e russi con una riduzione di 2,4 milioni di presenze e una contrazione della spesa turistica per quasi 180 milioni di euro.

Il sondaggio, realizzato tra il 5 e il 7 aprile, ha riguardato un campione rappresentativo di 800 italiani maggiorenni residenti in Italia. L’emergenza pandemica ha alimentato, in chiave moltiplicativa, l’affermazione sul mercato del “turista sostenibile”. «In questo mutato quadro – ha detto Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – è necessario sfruttare consapevolmente le risorse del PNRR per sostenere la ripresa del turismo dirigendo risorse anche verso aree individuate sulla base della concentrazione di un’offerta di servizi integrati e della capacità di attrarre le nuove tendenze di consumo dei turisti. Il turismo come lo abbiamo conosciuto fino a qualche tempo fa – ha dichiarato è probabilmente, se non definitivamente, in letargo. In questa direzione, il sistema ha necessità di subire una profonda trasformazione in chiave di sostenibilità per rispondere adeguatamente ai nuovi comportamenti di acquisto dei turisti generati dall’emergenza pandemica. Gli individui, al momento della scelta della vacanza prestano sempre maggiore attenzione al rispetto delle comunità locali, all’interesse di vivere esperienze uniche immersi nella cultura e nella specificità dei territori, di evitare le destinazioni più note».

Il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia si dice convinto che i dati miglioreranno grazie alle prenotazioni sempre più “last second”, al digitale e alla semplificazione (ad esempio della Tax Free): «la sfida è rivedere come organizzare assieme il futuro dei prossimi 10-15 anni. Parafrasando Paul Valery “il guaio è che il futuro non sarà più come prima”. In pochi mesi è cambiato tutto lo scenario. Sono cambiati i mercati di riferimento e cambieranno in maniera strutturale. E’ cambiato il modo di prenotare: non piùlast minute” ma “last second” e tutto in digitale. E quindi noi dobbiamo capire come sfruttare questa occasione. Ogni cambiamento radicale può diventare un’occasione se ci sappiamo organizzare».

Uno dei volani più importanti per questo cambiamento è il “turismo lento”: quello enogastronomico, sempre più in voga ma anche sostenibile, e ancora di più con il cicloturismo. «In Italia vale 5 miliardi – ragiona Garavaglia -, ma in Germania arriva a 20, quindi abbiamo molto da recuperare. E se recuperiamo, staremmo parlando di un punto di Pil». Inoltre i ciclisti sono turistiche viaggiano fuori stagione e anche “big spender”, visto che i tour operator stranieri vendono pacchetti per l’Italia che arrivano anche a 8.000 dollari. C’è poi anche il turismo legato allo sport, ai grandi eventi e ai grandi testimonial.

Per il 2022, il turismo in Italia potrebbe generare una spesa turistica pari a 26,4 miliardi di euro con una variazione in crescitadell’11,8% rispetto all’anno precedente. L’analisi di Demoskopika per livello regionale colloca, nella sua dimensione numerica assoluta, il Veneto in testa con 5.047 milioni di euro (+12,6% rispetto al 2021), il Trentino Alto Adige con 3.570 milioni di euro (+27,1%), l’Emilia Romagna con 3.008 milioni di euro (+9,1%), la Toscana con 2.804 milioni di euro (+7,9%), la Lombardia con 2.050 milioni di euro (+10,6%).

Nella fascia di spesa turistica fino ad un miliardo di euro, la Puglia con 1.251 milioni di euro (+5,0%) e la Sardegna con 1.033 milioni di euro (+7,9%). In coda, sempre per valore assoluto della spesa turistica generata, si collocano tre sistemi territoriali: l’Umbria con 390 milioni di euro (+7,1%), la Valle d’Aosta con 154 milioni di euro (+9,4%) e, infine, la Basilicata con 150 milioni di euro (+9,1%).

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