Veneto, Confcooperative vede ancora nero

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Confcooperative-veneto-Simone-Brunello-ilnordestBrunello: “è necessario fare qualcosa di straordinario per uscire dalla crisi”

“C’è la necessità di fare qualcosa di straordinario: nel primario le nostre imprese cooperative hanno sofferto in Polesine prima per la siccità e poi per la troppa acqua con una conseguente perdita di prodotto ed economica molto forte, anche a causa di gravi morie come nell’acquacoltura; nel settore del lavoro e dei servizi è necessario ricostituire la liquidità favorendo nuove misure per la capitalizzazione e per l’accesso al credito e bisogna dare velocemente il via al pagamento dei debiti della PA.

Ancora sono da incentivare i consumi riducendo la pressione fiscale”. Il direttore di Confcooperative Veneto Simone Brunello così commenta la XXIV indagine congiunturale condotta sulle imprese aderenti a Confcooperative, per il primo quadrimestre 2013 e previsionale sul secondo quadrimestre realizzato dal centro studi Elabora/Confcooperative.

Per quanto riguarda ordini e consumi, la nuova flessione dei livelli produttivi registrata nei primi quattro mesi del 2013 allunga la fase recessiva. Solo una cooperativa su dieci segnala un aumento della domanda e degli ordini. L’export “tira”, ma non è sufficiente a compensare la prolungata depressione della domanda interna. Il volume dei ricavi è aumentato solo per 2 cooperative su 10, peggiora per 3 ed è stabile per 5 cooperative.

La liquidità non accenna a migliorare: anzi, peggiora per 3 cooperative su 10, resta negativa, come in passato, per 6, migliora solo per 1. Sul fronte del credito bancario le condizioni di offerta sono sempre più rigide e selettive. Nel primo quadrimestre 2013 hanno ripreso vigore le richieste di rientro da parte degli Istituti di Credito, mentre lo spread, in rialzo, procede a due velocità: lo denunciano 3 cooperative su 10 al Nord e 4 su 10 al Sud.

Sul fronte occupazionale, nonostante le notevoli difficoltà e il sovradimensionamento della capacità produttiva segnalato da 1 cooperativa su 3, ben 8 cooperative su 10 resistono e non prevedono di ridurre gli organici nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda i prezzi, si raffreddano le attese inflazionistiche. Per 8 cooperative su 10, i prezzi di vendita non subiranno sostanziali variazioni nei prossimi mesi. Ed è maggiore la quota percentuale di cooperative che rivedrà verso il basso i propri listini (il 12,8%) rispetto a quella che, invece, li rivedrà verso l’alto (il 7,4%). Anche rispetto al lato della fornitura, 8 cooperative su dieci non si aspettano riallineamenti verso l’alto dei costi di approvvigionamento.

“Sulla fiducia pesano il prolungarsi della fase ciclica sfavorevole la chiusura dei rubinetti del credito e lo stress economico-finanziario delle cooperative – conclude Brunello – “Il sentiment sul futuro del Sistema Italia è negativo: 9 cooperative su 10 non prevedono miglioramenti del quadro macroeconomico del nostro Paese a breve termine e di queste, 4 su 10 attendono, addirittura, un peggioramento”.