Autotrasporto: il 4 aprile proclamato il fermo

Unatras lancia l’agitazione. Ruote Libere chiede il taglio di almeno 30 centesimi al litro delle accise. 

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Dopo il tira e molla delle trattative con il viceministro alla Mobilità, Teresa Bellanova (Italia Viva) che ha portato ad un nulla di fatto in termini di costi spaventosi gravanti sull’autotrasporto, le federazioni aderenti a Unatras, dopo un attento esame delle indicazioni sui possibili interventi presentati nell’incontro di ieri sera al ministero dei Trasporti, lo hanno giudicatoinsufficiente e proclamato il fermo in carenza di provvedimenti concreti e certi. Ad oggi non è previsto nulla di tutto questo.

Per Unatras «è finito il tempo degli annunci. Il rispetto delle regole è essenziale e fondamentale per superare la difficile fase vertenziale in atto, aggravata dall’incremento registrato sul prezzo del gasolio. Le ipotesi di soluzioni, pur apprezzabili, non sono ancora concretizzate in norme, ma restano mere manifestazioni di volontà. A questo si aggiunge la situazione sempre più insostenibile di atti speculativi, come denunciato dal ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che mantengono elevato il prezzo del carburante e degli additivi. Se le misure riguardanti le regole della sicurezza sociale e della circolazione, sono di competenza del MIMS, quelle relative agli interventi per calmierare i prezzi di gasolio, Lng, AdBlue, sono di competenza dell’intero governo».

Per questa situazione, Unatras ha dichiarato il fermo dell’autotrasporto a partire dal 4 aprile prossimo, con la possibilità che a livello locale si verifichino delle manifestazioni di protesta.

Mentre in Italia a Roma tra le stanze ministeriali si fa ammuina, nel resto d’Europa si passa ai fatti, con tagli alle accise di circa 20-30 centesimi al litro. «Chiediamo al presidente Draghi un intervento immediato anche il Italia dove il prezzo del gasolio ha toccato vette non più sostenibili per l’autotrasporto italiano – afferma Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, il raggruppamento di piccoli e medi imprenditori del trasporto merci in conto terzi -. E’ urgente abbassare subito il peso delle tasse sul gasolio tramite la riduzione delle accise di almeno 30 centesimi al litro. Ci auguriamo che il Governo intervenga, accogliendo così l’ultimo grido di allarme degli operatori del settore, prima che si arrivi al blocco della merce causato dal fermo tecnico degli autotrasportatori non più in grado materialmente di mettere in moto i propri autocarri e alla chiusura di migliaia di imprese, piccole e grandi, ugualmente accumunate dalla insostenibilità della situazione venutasi a creare».

Ma c’è di più: per evitare il rischio stagflazione sempre più probabile nei prossimi mesi è necessario riavviare al più prestol’economia nazionale e questo lo si può fare azzerando strutturalmente le tasse improprie – a partire dalle accise – che gravano su tutti i prodotti energetici. L’Italia ha spazio per fare una manovra di questo genere, recuperando le risorse necessarie dai circa 50 miliardi di sprechi e dai 20 miliardi del reddito di cittadinanza, gravando benzina, gasolio, gas metano, energia elettrica solo dell’Iva ridotta anch’essa dal 22% al 10%. Un provvedimento del genere potrebbe contribuire, oltre al rilancio dell’economia, anche al raffreddamento dell’inflazione, cosa particolarmente utile per combattere il rischio di stagflazione, senza trascurare che azzerando l’accisa sul gasolio si mettono sullo stesso piano tutti gli autotrasportatori, piccoli e grandi, con i primi oggi penalizzati dal mancato accesso al credito d’imposta.

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