Presentato a Pordenone il “Rapporto export 2013-2016” di Sace

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confindustria-PN-renato-pujatti.ilnordestIl Triveneto in testa per potenzialità, specie nel settore di medio-alta tecnologia

Presentato a Pordenone il “Rapporto Export 2013-2016” di Sace, dove emerge come i settori economici a medio-alta tecnologia siano quelli portanti per la capacità di esportare delle imprese del Triveneto. Nonostante alcuni segnali di rallentamento, la meccanica strumentale si conferma il settore con la maggior propensione all’export, con oltre 25 miliardi di euro di vendite all’estero nel 2012, seguita dall’industria metallurgica con 24 miliardi circa.

Anche settori più tradizionali e a minor contenuto tecnologico, come l’agroalimentare o la moda, contribuiscono in modo sostanziale alle performance dell’industria del NordEst sui mercati internazionali: tessile e abbigliamento hanno generato volumi di export per 24 miliardi di euro circa, mentre alimentari e bevande per 14 miliardi.

Dalle previsioni del “Rapporto Export”, emergono spunti e linee-guida utili alle imprese del territorio: presidiare le economie avanzate e le destinazioni emergenti già conquistate (per il Friuli Venezia Giulia, l’Est Europa continua a rivestire un’importanza cruciale, insieme ad Austria e Svizzera) ma nel contempo continuare a puntare su mercati sempre nuovi. Nel Triveneto, Sace nel 2012 ha superato i 5,5 miliardi di euro di impegni, sostenendo oltre 4.000 aziende, in prevalenza Pmi, nei loro piani di espansione in Italia e all’estero. Numeri destinati a crescere grazie al supporto di Finest – che ospita presso la propria sede il ‘focal point’ di Sace – e alla proficua collaborazione con le associazioni del territorio.

Secondo Simonetta Acri, direttore di Rete Italia della Sace, “le economie dell’Europa dell’Est sono quelle, tra i paesi emergenti, che hanno risentito maggiormente dell’incertezza pesante e della crisi che sta asfissiando i mercati europei da alcuni anni. Pur permanendo l’opportunità di business interessanti – ha aggiunto -, registrano dei tassi di crescita nettamente inferiori a economie emergenti più lontane, come i paesi asiatici, il Sud America e il continente africano. E’ un panorama di luci ed ombre – ha indicato -: la ripresa più forte dipenderà anche dell’Europa trattandosi dei mercati principali di sbocco per la cosiddetta Nuova Europa. In questo quadro, la Polonia continua a performare molto positivamente rispetto ad altri più deboli quali Bulgaria e Romania. La Polonia beneficia di rapporti storici e privilegiati con la Russia, quindi di sbocchi di export che hanno tassi di crescita moto interessanti”. Secondo Acri, “le imprese del Triveneto devono riconvertirsi verso aree in sviluppo: siamo grandi esportatori, ma ancora una grossa fetta della nostra export viaggia verso l’Europa Occidentale, in primis Germania e Francia che stanno segnando, anche nei primi trimestri del 2013, ancora un rallentamento. Bisogna guardare verso l’Asia – ha concluso -, non solo Cina, ma sud est asiatico, Indonesia e Filippine, e America Latina. Per i prossimi anni crediamo nell’Africa sub sahariana”.

Per il presidente di Finest, Renato Pujatti, “Sace garantisce i nostri crediti, un elemento fondamentale per le aziende che hanno bisogno di vendere e di incassare il corrispettivo. Noi facciamo lo scouting – ha aggiunto indicando il ruolo di Finest -, accompagnando gli imprenditori in tutte le loro missioni, supportando ogni loro esigenza, li aiutiamo a vendere, troviamo distributori e creiamo un hub nel paese prescelto, per poi allargare la sfera di interessi alle nazioni limitrofe”. Su delega di Invitalia, Finest si occupa inoltre di accompagnare nel Triveneto gli investitori stranieri, “per salvare l’occupazione in Italia – ha sottolineato Pujatti -, dare solidità alle aziende e, quindi, aggredire nuovamente i mercati. Finest è una pedina fondamentale nell’internazionalizzazione delle aziende, favorendo l’export per le eccellenze del territorio”.