Investiti 609 milioni di dollari per creare 2.800 posti di lavoro e per “europeizzare” la gamma di prodotto
Ancora un esempio di come l’Europa e l’Italia in particolare perda occasioni preziose. Per potenziare la produzione europea di autoveicoli in un momento di grande successo per via dell’ottimale rapporto prezzo/qualità, Hyundai ha raddoppiato la fabbrica turca di Izmit, creando 2.800 posti di lavoro con un investimento di 609 milioni di dollari per produrre ogni anno 200.000 veicoli.
Mentre l’Italia e il Sud perdono di continuo posti di lavoro (nel settore auto motive non si può non ricordare la tragicomica vicenda di Termini Imerese, la fabbrica dismessa da Fiat che avrebbe dovuto essere rilevata da improbabili cordate imprenditoriali che è costata e costa tutt’ora ai contribuenti ‘paccate’ di milioni di euro in ammortizzatori sociali), nei paesi più dinamici si creano posti di lavoro attirando le mutinazionali.
A Izmit, la fabbrica a fine 2013 inizierà a produrre anche la versione europea dell’utilitaria i10 che attualmente viene prodotta in India, affiancandola alla i20. I lavori d’ampliamento continuano a tutto regime: a breve le aree dedicate allo stampaggio ed alla realizzazione dell’intero corpo vettura (quest’ultima struttura completamente automatizzata) saranno presto completate. Peraltro, è stata raddoppiata la linea produttiva, inserendo anche una nuova area test. Una volta a regime, l’occupazione generata dallo stabilimento e dai relativi fornitori raggiungerà 6.300 addetti.
Oltre 30 fornitori stanno già lavorando “in loco” alla realizzazione della i10 “europea”: lo spostamento della produzione di i10 ad Izmit (l’altro stabilimento Hyundai presente nel vecchio continente si trova a Nosovice, in Repubblica Ceca) permetterà così all’azienda di produrre in Europa circa il 90% della propria gamma di autovetture (i10, i20, ix20, i30, ix35) in vendita in Italia. Le Hyundai i10 prodotte in Turchia saranno esportate in oltre 30 paesi, principalmente europei, con volumi previsti di oltre 160.000 unità per il prossimo anno, che dovrebbero salire a circa 180.000 entro il 2015.
