Blocco dell’autotrasporto: anche Ruote Libere a favore

Franchini: «situazione gravissima, valutare attentamente il fermo dell'autotrasporto per non lavorare in perdita». 

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blocco dell’autotrasporto

Lo scenario di arrivare ad un blocco dell’autotrasporto per l’impossibilità di sostenere i fortissimi rincari del costo dei carburanti, con i mezzi a GNL addirittura tenuti fermi per l’insostenibile aumento del gas che da carburante più conveniente (ed ecologico) è diventato il più caro, è ritenuto uno scenario decisamente probabile anche dall’associazione degli autotrasportatori Ruote Libere.

«Di fronte all’aumento incontrollato del prezzo del carburante occorre mettere in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione – afferma il portavoce della associazione di piccoli imprenditori dell’autotrasporto Ruote Libere, Cinzia Franchini-. Il settore dell’autotrasporto rischia di naufragare, tante piccole e medie aziende sono a un passo dalla chiusura e la criminalità organizzata, da sempre interessata a questo mondo, sta sfruttando questa situazione in modo evidente. Ecco allora che anche il blocco dell’autotrasporto, troppo spesso evocato a sproposito, a questo punto deve essere preso in seria considerazione».

Per Franchini «personalmente sono sempre stata contraria all’abitudine degli anni scorsi di usare l’arma del fermo dell’autotrasporto come spauracchio da ritirare una volta ottenuto ciò che le associazioni volevano, spesso in termini autoreferenziali, ma oggi davanti a questa crescita insostenibile del costo del carburante occorre unirsi e immaginare proteste forti».

Ruote Libere critica il Mite: «non dimentichiamo a riguardo che il ministero della Mobilità pubblica mensilmente i costi indicativi di riferimento del gasolio per l’attività di autotrasporto, dati che dovrebbe essere utili per adeguare le tariffe ogni mese. Si tratta di uno strumento non vincolante e, in un regime di concorrenza selvaggia, di fatto disapplicato, ma se ci basiamo su questi dati il costo chilometrico che oggi un autotrasportatore dovrebbe richiedere alla propria committenzasarebbe superiore di un 50-60% delle tariffe reali che per molti operatori si aggirano ancora su 1 euro a chilometro».

Franchini si appella ad una mobilitazione unitaria di tutto il comparto: «le associazioni di categoria che siedono all’Albo organizzino azioni di protesta unitarie e decise. Purtroppo i segnali vanno invece in direzioni diverse. Ieri Unatras, il coordinamento unitario dell’autotrasporto che raggruppa i camionisti di Cna, Confartigianto e Confcommercio, ha proposto l’introduzione di crediti di imposta per ammortizzare gli aumenti del carburante. Una idea che non condividiamo, del tutto scollegata dalla realtà perché dimentica che le piccole e medie imprese, spina dorsale del settore, spesso chiudono i bilanci in pareggio o addirittura in perdita e quindi non hanno crediti da poter scaricare».

Ruote Libere avanza due proposte: «congelare la vergognosa tassa sulle tasse ovvero l’Iva sulle accise e stabilizzare al ribasso il prezzo del carburante alla pompa per agevolare tutto l’autotrasporto. In assenza di questi provvedimenti il nostro mondo deve mobilitarsi perché il rischio è che domani le associazioni di rappresentanza ancora impegnate a difendererendite di posizione personali, non abbiano più nulla da rappresentare».

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