Come evolve la salute nella popolazione del Trentino

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Il 1 e 2 dicembre XIV Conferenza nazionale della rete HPH (Health Promoting Hospitals – Rete degli ospedali per la promozione della salute) a Levico Terme

In occasione della XIV Conferenza nazionale della rete HPH (Health Promoting Hospitals – Rete degli ospedali per la promozione della salute), che si svolgerà l’1 e il 2 dicembre a Levico Terme, l’Osservatorio per la salute della Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione dell’APSS, ha preparato un documento sintetico che riassume i dati raccolti in Trentino dal sistema di monitoraggio PASSI (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) nel periodo 2007-2010, relativi all’attività di prevenzione delle malattie croniche attraverso la promozione di sani stili di vita da parte del personale medico e paramedico.

Le malattie croniche come l’infarto, l’ictus e i tumori rappresentano le cause più frequenti di morte in Europa, in Italia e in Trentino. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, solo pochi fattori di rischio sono responsabili dello sviluppo della maggioranza delle malattie croniche: fattori di rischio modificabili come l’ipertensione, il fumo di tabacco, l’eccessivo consumo di alcol, l’ipercolesterolemia, la cattiva alimentazione, l’eccesso ponderale e la sedentarietà con un corretto stile di vita con cui è possibile ridurre, ritardare o alleviare la maggior parte delle malattie croniche.

L’interesse dei sanitari trentini per la promozione di stili di vita salutari nell’ambito della loro attività è:

>> relativamente alto in molti ambiti di salute (il 79% degli ipertesi riceve il consiglio di ridurre il sale nella dieta, l’85% degli ipercolesterolemici riceve il consiglio di ridurre il consumo di carne e latticini, oltre un terzo della popolazione riceve il consiglio di praticare attività fisica e la maggioranza delle donne riceve il consiglio di sottoporsi agli esami di screening);

>> risulta maggiore rispetto a quello dei medici di altre regioni italiane;

>> è abbastanza omogeneo sull’intero territorio provinciale;

>> ha la tendenza ad aumentare nel tempo in alcuni ambiti (attività fisica, fumo).

 

I consigli per l’adozione di uno stile di vita sano sono rivolti più frequentemente alle persone che già presentano qualche fattore di rischio (per esempio ipertensione, elevati livelli di colesterolo, eccesso ponderale).

Occorre estendere maggiormente questo approccio visto che:

solo poco più della metà dei fumatori riceve il consiglio di smettere;

nemmeno la metà delle persone in sovrappeso riceve il consiglio di dimagrire;

solo pochissimi bevitori a rischio ricevono il consiglio di bere meno;

solo 1 assistito su 20 viene informato sul suo rischio cardiovascolare.

Parallelamente, è necessario estendere l’attenzione anche alle persone in buona salute e senza apparenti fattori di rischio per sostenerle nel mantenimento/rafforzamento del proprio stile di vita, senza aspettare che i problemi di salute si manifestino.

In questo modo si potrebbe sfruttare appieno la grande potenzialità, in termini di prevenzione e promozione della salute, data dall’attività dei sanitari che lavorano in un ambito clinico (ospedaliero o territoriale). Ne deriverebbe non solo un guadagno di salute della popolazione, ma anche un miglioramento del rapporto tra medico e paziente. Fondamentale per rafforzare l’attività degli operatori sanitari è l’integrazione con interventi di comunità promossi e sostenuti, oltre che dalla sanità pubblica, da altri attori in grado di agire sul contesto ambientale e sociale di vita e di lavoro. L’obiettivo è quello di rendere la scelta salutare la scelta più facile e sostenibile.