Sciopero generale boomerang per il mondo sindacale

Oltre ad avere spaccato il fronte della rappresentatività sociale, Cgil e Uil fanno una battaglia di retroguardia di mera rivendicazione politica, non sostanziale. Quella è già soddisfatta dal governo Draghi. 

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sciopero generale

Giovedì 16 dicembre Cgil e Uil chiamano allo sciopero generale il mondo del lavoro e delle pensioni, con la Cisl che si è detta contraria, in quanto le rivendicazioni sociali sono già state soddisfatte dal governo con la riduzione delle tasse per tutti i lavoratori con redditi tra 15.000 e 50.000 euro, la decontribuzione per i lavoratori fino a 35.000 eurodi reddito pari a1,5 miliardi di spesa e l’allargamento dell’esenzione da tassazione delle pensioni fino a 8.500 euro.

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Il ribadire che tutti gli 8 miliardi messi sul piatto dal governo Draghi per l’abbattimento delle tasse avrebbero dovutoandare tutti a beneficio dei soli lavoratori dipendenti e pensionati e non già di tutti i lavoratori, compreso il quello autonomo, dimostra la miopia di visione di una certa parte del mondo sindacale, che rimane attaccato al fatto che la ricchezza prodotta dal lavoro autonomo è più “sporcarispetto a quella generata dal lavoro dipendente e dai redditi di pensione, quando sarebbe equo e logico che fosse trattata tutta allo stesso modo, con tassazione e deduzioni eguali per tutti i lavoratori e pensionati.

Qualcuno nel sindacato con lo sciopero generale pensa di fare più lotta politica che reale difesa dei lavoratori, facendo finta di non accorgersi dalla clava che a Bruxelles stanno per calare su intere fasce produttive, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia e in Europa sull’altare del neotalebanesimo ambientalista.

Più che imbarcarsi in sterili azioni di retroguardia che ormai gli fruttano tessere solo tra i pensionati, i vertici della Triplice farebbero meglio a combattere – d’intesa con le categorie datoriali – i contratti pirata cresciuti all’inverosimile che danneggiano sia i lavoratori che le aziende serie che rispettano quelli più rappresentativi. Così come farebbero bene a reclamare al governo non tanto più agevolazioni, bonus e assistenzialismo, ma maggiore efficienza e taglio degli sprechi miliardari, che potrebbero alleggerire tangibilmente e in modo sostanziale le tassee, conseguentemente, aumentare i redditi per lavoratoritutti – e pensionati.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.sciopero generale

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