L’agricoltura è osservato speciale per la sua importanza e sicurezza sia per i consumatori che per gli operatori del settore, specie per le tossine e pesticidi in campo e nei residui sui prodotti alimentari.
La Giunta regionale del Veneto ha approvato un progetto di ricerca e sperimentazione sulla presenza di fumonisinenella frutta prodotta in regione, destinata all’alimentazione dell’infanzia. Si tratta di tossine prodotte da alcune specie di funghi rinvenute nel corso di analisi di prodotto trasformato. Il progetto di ricerca si propone d’indagare sull’origine e sulle condizioni che favoriscono l’insorgenza di queste micotossine.
«Sarà Veneto Agricoltura a condurre tutte le indagini tecnico-scientifiche per ricercare le cause di questo fenomeno per evitare di accendere una spia di allarme sui rigorosi limiti di contaminazione che vanno rispettati – afferma l’assessoreregionale all’agricoltura, Federico Caner -. Le indagini si concentreranno sui 1.600 ettari di mela destinati al prodotto trasformato per circoscrivere il fenomeno ed evitare che diverse industrie si rivolgano ad altri mercati per la fornitura di mele. Non possiamo permettere che la fiducia delle maggiori imprese di trasformazione del prodotto veneto, conquistata in tanti anni di forniture sempre accolte ed apprezzate, venga a mancare e che l’intero bacino produttivo regionale venga abbandonato per ricorrere a nuovi fornitori, con l’inevitabile danno per quest’area precisa, che coinvolge quasi 300 aziende, con oltre 50.000 tonnellate di prodotto e 20 milioni di fatturato annui. Un danno che potrebbe portare, addirittura, all’espianto dei frutteti attualmente interessati».
L’Istituto Ramazzini di Bologna ha completato uno studio sperimentale sugli effetti del glifosato e dei suoi formulati che conferma la capacità del pesticida di alterare il microbioma intestinale anche a basse dosi.
Il nuovo studio ha testato gli effetti dei pesticidi a base di glifosato sul microbioma intestinale in ratti Sprangue-Dawley. Questo costituisce parte dell’articolato Global Glyphosate Study, uno studio multicentrico internazionale condotto dal Centro di Ricerca sul Cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, lanciato con l’obiettivo di fornire una valutazione più completa degli effetti tossici, cancerogeni e riproduttivi dei diserbanti basati sul glifosato. Partner dello studio globale sono il King’s College, George Washington University, Icahn School of Medicine at Mount Sinai. Il Global Glyphosate Study è realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding. Al momento sono stati raccoltioltre 327.000 euro.
Il glifosato e due formulati commerciali, quello europeo Roundup BioFlow e quello americano RangerPro, sono stati testati sperimentalmente a diverse dosi a partire da quelle attualmente ammessa in Europa (EU ADI, 0,5 mg/Kg/die).
I pesticidi a base di glifosato hanno alterato significativamente il microbioma intestinale del ratto, in particolare riducendo la diversità batterica, una condizione già associata a diverse conseguenze negative per la salute quali diabete e alterazioni metaboliche. Inoltre, lo studio ha evidenziato per la prima volta effetti significativi dei pesticidi a base di glifosato sulla comunità dei funghi che abitano nel microbioma intestinali. Questo elemento è importante perché la presenza di categorie diverse di funghi nell’intestino umano è collegata ad una serie di malattie, quali ad esempio la sclerosi multipla.
Considerate le potenziali conseguenze patologiche, l’alterazione nella composizione del microbioma intestinale deve essere presa in considerazione nelle prossime fasi del Global Glyphosate Study che verterà sugli effetti tossici, cancerogeni e riproduttivi dei pesticidi a base di glifosato .
Lo studio è accessibile pubblicamente online sull’archivio biomedico bioRxiv:
https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.11.19.468976v1
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