L’idea lanciata da queste colonne da Paolo Farinati, già assessore comunale di Rovereto, di collegare tra loro due simboli mondiali della Pace, quali l’Ossario di Castel Dante che raccoglie le spoglie dei militari caduti nel corso della Prima guerra mondiale, e la Campana dei Caduti del Colle di Miravalle, con una scalinata monumentale sta prendendo piede, come testimonia anche la trasposizione grafica da parte dei un disegnatore di fama (quello delle famose formiche) come Fabio Vettori, che ha messo su carta la proposta condivisa anche dall’ex sindaco di Rovereto (e senatore), Renzo Michelini.
Come tutte le proposte che buttano il cuore oltre l’ostacolo, anche questa trova o convinti fautori o decisi detrattori: pazienza. Spiace, invece, che sulle varie proposte non sia arrivato un segnale di vita da parte della giunta comunale, dove continua una sorta di encefalogramma piatto anche in attesa di conoscere l’esito delle pesanti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto in prima persona il sindaco rieletto Francesco Valduga e l’intera giunta della scorsa legislatura.
Intanto, Farinati commenta con favore il contributo del disegnatore Vettori che ha fatto un pregevole rendering dell’idea sulla scalinata monumentale. «Con mio grande piacere colgo che l’ipotesi di collegare l’Ossario di Castel Dante con la Campana dei Caduti sul Colle di Miravalle, che sovrasta la nostra città di Rovereto, in maniera più pertinente e più comoda, interessa a sempre più persone. Ne avevo scritto oltre un mese fa. Ne hanno approfondito gli aspetti storici e culturali in queste settimane il senatore e già sindaco della città Renzo Michelini e lo storico prof. Renato Trinco. Che onore!»
«Quesi boschi sono stati teatro di molte battaglie, certamente sono stati luogo di tragico fronte tra soldati italiani e kaiserjager nella Grande Guerra del 1915/18. I giovani di più generazioni di Lizzanella e di Lizzana, tra cui la mia – continua Farinati -, in mezzo a questi alberi e a queste rocce hanno giocato per moltissimi anni. Unire l’Ossario con Maria Dolens con una scalinata monumentale di pietra trentina avrebbe un significato molto profondo, sociale, turistico e culturale, grazie al collocamento di pannelli con testi e immagini capaci di illustrare la storia del primo Novecento e le molteplici vicende di questi nostri luoghi».
«Lo ha capito e ha sposato l’idea anche un nostro grande artista figurativo, il noto “padre delle formichine”, Fabio Vettori, di cui qui si può ammirare un disegno originale e molto esemplificativo – conclude Farinati -. Ora tocca alla politica e all’amministrazione comunale di Rovereto valutare il tutto e decidere in merito. Non è una questione di denaro, ma solo di interpretare giustamente la storia e ricordarla con la necessaria buona volontà, a vantaggio soprattutto delle nuove generazioni per non dimenticare le grandi tragedie del passato. Noi, intanto, ringraziamo di cuore Fabio Vettori per il suo splendido contributo e attendiamo con molta fiducia».
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