Finanziaria 2022 approda al Senato e scatta la corsa al taglio delle tasse

Impazza la discussione su dove allocare gli 8 miliardi disponibili: bassi redditi che già ora non pagano tasse, redditi medi sempre penalizzati o aziende. 

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finanziaria 2022

Il piatto forte della finanziaria 2022 è costituto dal taglio delle tasse e del fondo da 8 miliardi definito dal governo Draghi che ora il Parlamento dovrà decidere come allocare, magari pure rimpinguarlo attingendo risorse dalle altre voci di spesa, ad iniziare dallo spreco di Stato e volano di truffe che si chiama reddito di cittadinanza dove sono allocati la bella cifra di ben 10 miliardi di euro.

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La finanziaria 2022 è approdata al Senato con la discussione nella commissione legislativa. Tocca ai parlamentariaffinare la bozza di legge scaturita dal Consiglio dei ministri, con l’obiettivo di favorire e consolidare la ripresa economica del Paese. Obiettivo che si fonda soprattutto sul taglio della mostruosa pressione fiscale che grava su contribuenti ed imprese, che in Italia è superiore alla media Ue.

Dove allocare i tagli delle tasse? Su questa domanda fioccano le proposte, con grillini e sinistre varie che spingonoper foraggiare i soliti noti, ovvero i contribuenti a basso reddito che, di fatto, già ora pagano poco o nulla, visto che il 78,82% degli italiani dichiara redditi fino a 29.000 euro, contribuenti che versano solo il 28,36% di tuttal’IRPEF ponendosi sostanzialmente a carico dello Stato visto che pagano un’imposta insufficiente a coprire la spesaper le principali funzioni di welfare, vale a dire sanità, assistenza sociale e istruzione che nel 2019 è costata 1.930 euro pro capite.

Nella successiva fascia di reddito, quella da 29.001 a 35.000 euro, ci sono 3.303.701 contribuenti versanti, il 7,96%del totale, che corrispondono complessivamente il 12,78% delle imposte; più sopra, il 13,22% dei contribuenti con redditi da 35.000 euro in su sostengono il peso del finanziamento dello Stato, versando il 58,86% dell’IRPEF.

Buon senso ed equità vorrebbe che si concentrasse il taglio fiscale sui contribuenti dello scaglione da 28.000 euro in su, che oggi sono gravati da un prelievo folle del 38% a fronte di redditi netti di poco più di 2.000 euro al mese, tutt’altro che ricchi, visto che i contribuenti degli scaglioni inferiori hanno già incassato.

Se poi avanzano risorse, buona cosa sarebbe tagliare l’Irap, una tassa regressiva che grava su imprese e lavoro autonomo che penalizza l’occupazione e i costi finanziari accesi per sostenere la produzione e la crescita aziendale.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.finanziaria 2022

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