Italia sempre più paese di pensionati, spesso anticipati, tanto che nei primi nove mesi 2021 sono state erogate ben 671.357 nuove pensioni. Di queste, secondo il monitoraggio periodico condotto dall’Inps, circa il 35% sono state quelle anticipate, ovvero maturate prima dei requisiti di età: ben 214.409.
Dalle rilevazioni condotte dall’Inps emerge come Quota 100 abbia avuto un largo rilievo, visto che i pensionamenti anticipati sono decisamente prevalenti rispetto a quelli di vecchiaia (199.837). La situazione dovrebbe migliorare il prossimo anno con il freno della nuova regola inserita nella Finanziaria 2022 – sempre che venga approvata nella formula deliberata dal governo -, Quota 102, che ha innalzato l’età minima per il pensionamento anticipato a 64 anni.
Tornando ai numeri, nel 2020 i pensionati sono saliti a quota 16,04 milioni, mentre le prestazioni pensionisticheerogbate hanno raggiunto quota 22,7 milioni (1,4 assegni in media per ogni pensionato, complice la presenza dei trattamenti di reversibilità) per una spesa di 307,6 miliardi, con una crescita del 2,3% rispetto a quella del 2019.
Pensionati che spesso sono a basso reddito, visto che il 33,4% (44,4% per le donne) della platea ha una rendita inferiore ai mille euro al mese, cui è destinato il 12% della spesa complessiva, mentre a 585.000 pensionati (il 3,6%del totale) che percepiscono trattamenti da oltre 4.000 euro al mese assorbe il 13,2% delle risorse totali.
Inps ha fatto i conti anche per genere, con i pensionati femmina che hanno percepito in media 16.233 euro a testa, più di 6.000 euro in meno (-27%) dei 22.351 euro medi degli uomini. Differenze anche a livello territoriale: più della metà della spesa pensionistica è concentrata nelle regioni del Nord Italia dove sono erogate il maggior numero di pensioni (il 47,3%) e presenza di pensionati (47,8% del totale), dove i redditi pensionistici pro-capite sono mediamente più alti: +6,1% rispetto al totale nazionale (+5,7% nel Centro Italia). Il reddito medio da pensione su tutto il territorio nazionale è di 19.527 euro. Il 28,2% dei costi per pensioni ricade sulle regioni meridionali e sulle isole, mentre su quelle centrali è convogliato il 21,1% della spesa.
Quanto alle tipologie dei trattamenti pensionistici, il Mezzogiorno che detiene la quota maggiore dei beneficiaricon età inferiore a 55 anni. Una tendenza che, secondo l’Inps, scaturisce da una maggiore incidenza nelle regioni meridionali delle pensioni di invalidità, i cui beneficiari sono mediamente più giovani.
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