Sistri, ancora inchieste della magistratura su un sistema inefficiente e farraginoso

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Giuseppe Sbalchiero 1Sbalchiero: “nuova inchiesta del GIP di Napoli sia ‘pietra tombale’” Bissoli: “facciamola finita: eliminiamo un costo inutile per le imprese”

Le 22 nuove misure cautelari in carcere – tra le quali spiccano gli arresti domiciliari a Carlo Malinconico, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio – emesse dal gip del tribunale di Napoli nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione anche di pubblici ufficiali per la gestione del Sistri, il sistema di rilevamento dei rifiuti affidato nel dicembre 2009 direttamente dal Ministero dell’ambiente alla Selex Service Management Spa, società del gruppo Finmeccanica di oggi, inducono il presidente di Confartigianato Veneto Giuseppe Sbalchiero a “mettere la pietra tombale su un sistema che non ha mai funzionato!”

Il leader degli artigiani veneti rivolge il suo appello direttamente al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: “altro che nuovo decreto pronto, altro che registrazione della Corte dei Conti, altro che pubblicazione in Gazzetta e soprattutto altro che entrata in vigore il 3 marzo 2014. Il nuovo decreto sul Sistri non deve proprio essere emanato. L’immediata cancellazione del Sistema Integrato di Controllo della Tracciabilità di Rifiuti è un dovere morale ed un atto dovuto. Alla consapevolezza della inutilità, inefficienza ed inaffidabilità del sistema, da noi periodicamente denunciate nel corso degli ultimi quattro anni, il lavoro di indagine della magistratura pone in risalto una volta di più uno scenario di malaffare, sprechi e vessazioni che non possono e non devono restare impuniti”.

Non solo: “ai 100 milioni di euro di ‘tassa Finmeccanica’ (come è stato ribattezzato dagli autori di una inchiesta del quotidiano La Repubblica di un anno fa circa, il contributo annuale che 400.000 imprese hanno inutilmente versato per due anni), la nostra regione ha contribuito alla grande: oltre 40.000 aziende tra produttrici di rifiuti e gestori (trasporto e smaltimento) – sottolinea Sbalchiero – che hanno speso quasi 18 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 50.000 chiavette usb e quasi 9.000 black box. Il 60% di queste sono aziende artigiane. Credo sia difficile spiegare alla pulitintolavanderia di Valdagno (VI) che i suoi 240 euro sono andati a finanziare un colosso come Finmeccanica in una sorta di azionariato diffuso obbligatorio e forzato”.

A Sbalchiero dà manforte nella richiesta di cancellazione del Sistri anche il presidente di Confartigianato Verona, Andrea Bissoli: “ormai crediamo che la situazione sul Sistri sia abbastanza evidente, con inchieste, corruzione, malaffare. Facciamola finita: cancellatelo!”.

“Siamo persino stanchi di ripetere e ribadire – conclude Andrea Bissoli – che come Confartigianato, a tutti i livelli territoriali, non ci siamo mai rassegnati a dover applicare questo sistema lunare di tracciabilità. Lo abbiamo contrastato, accusato ed analizzato nei suoi bachi tecnologici e normativi. Speriamo che oggi, di fronte a questa nuova inchiesta e agli arresti, il Ministero metta la parola fine ad una vicenda sinceramente grottesca e desolante per un Paese che non ne può più di raschiare il fondo del barile”.