Nuova, pesante botta alle bollette energetiche di famiglie ed imprese per il IV trimestre 2021: il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato che sono maturate le condizioni per un altro mega ritocco di ben il 40%, che va ad aggiungersi al +20% (sterilizzato a metà dal governo) scattato nel III trimestre.
I continui rincari sono determinati dalla forte ripresa del prezzo di petrolio e gas metano, due fonti cui l’economia globale è legata a doppio se non quadruplo filo, con quella italiana che rischia di essere strangolata da un cappio sempre più stretto, figlio della demagogia politica e da scelte energetiche poco lungimiranti degli ultimi lustri.
«Le piccole imprese italiane pagano già il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 18,1% rispetto alla media Ue. Ulteriori rincari, come annunciato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, metterebbero K.O. i nostri imprenditori penalizzati anche dai continui aumenti delle materie prime – denuncia il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto -. Gli artigiani e i piccoli imprenditori che consumano fino a20 MWh (vale a dire l’87,8% dei punti di prelievo del mercato elettrico non domestico) pagano il prezzo più alto dell’elettricità nell’Ue. Un gap che si mantiene costante da anni: dal 2008 al 2020 il maggiore costo dell’elettricità pagato dalle piccole italiane rispetto all’Ue si attesta su una media del 25,5%».
Di qui la richiesta al Governo di intervenire urgentemente per bloccare gli aumenti che colpirebbero le micro imprese e le famiglie che, non avendo scelto il mercato libero dell’energia, sono tuttora forniti alle condizioni amministrate.
Per Boschetto «il peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole imprese -e anche delle famiglie – va ridotto subito. Il prezzo finale dell’elettricità per le piccole imprese è infatti gonfiato soprattutto dagli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona come emerge dal rapporto di Confartigianato che analizza squilibri e distorsioni nel mercato energetico a danno della competitività dei piccoli imprenditori».
Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori, secondo l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Ancora una volta, infatti, le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%.
«Si tratta – sottolinea Boschetto – di uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Il decreto “Sostegni bis” ha avviato una riduzione degli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese. Attendiamo di vederne gli effetti per far calare il costo dell’energia che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa. In ogni caso, il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda, dall’altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale».
Ma soprattutto, anche in considerazione della scarsità di approvvigionamenti energetici, è necessario che l’Italia si dia una mossa e decida di sfruttare le risorse proprie finora inutilizzate, ad iniziare dai nuovi, ricchi giacimenti di gas metano scoperti nel fondale dell’Adriatico, che potrebberodare una mano concreta a ridurre le importazioni e a garantire parte della sicurezza dell’approvvigionamento energetico nazionale, oltre ad abbatterei costi energetici per famiglie ed imprese.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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