Assemblea Federalimentare con il rischio tassa sullo zucchero e plastica che minacciano il settore

Vacondio: «far cadere le maschere per lavorare in collaborazione». Bonomi: «ruolo chiave industria non è riconosciuto». 

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Federalimentare

L’industria alimentare ha delle minacce in casa come le tasse sullo zucchero e sulla plastica e questo in nome della salute e della sostenibilità: lo ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare nel corso dell’assemblea di categoria, spiegando che «la prima è basata su un approccio opposto rispetto a quello che l’Italia ha scelto di far valere nelle battaglie europee contro politiche nutrizionali che discriminano cibi specifici, nella convinzione che ogni alimento possa essere mangiato nella giusta quantità. La seconda, invece, lungi dal risolvere il problema del riciclo – ha precisato Vacondiofarebbe solo aumentare i prezzi al consumo del 10% con punte fino al 60% su prodotti con basso valore aggiunto».

Per Vacondio si tratta «di due balzelli che nulla hanno a che fare con la salute o la sostenibilità ma che, se approvati, ricadrebbero sulle spalle delle imprese, prima, e su quelle dei consumatori, poi, con il solo obiettivo di fare cassa da parte dello Stato». Da qui l’augurio del presidente di «far caderele maschere per lavorare in collaborazione l’industria alimentare insieme a tutta la filiera, con la distribuzione e con le istituzioni. Perché questo nuovo paradigma possa essere all’insegna della ripresa, della sostenibilità, della digitalizzazione ma soprattutto della cooperazione».

A minacciare invece dall’estero l’industria alimentare sono le grandi politiche nutrizionali e gli attacchi alla dieta mediterranea fino al “nutriscore”. «Temi diversi con uno schema unico – ha spiegato Vacondio – quello secondo il quale dietro l’idea di paventare problemi alla salute dei consumatori e alla sostenibilità del pianeta si nascondono azioni protezionistiche che attaccano principalmente le nostre eccellenzeMade in Italy”. L’industria alimentare ha già messo in atto da anni politiche volte a una maggior tutela dell’ambiente e si dice pronta a farlo ancora – ha ricordato ancora il presidente di Federalimentare – nella convinzione però che non si possa parlare di sostenibilità ambientale senza parlare di quella economica e sociale e che le tre cose vadano affrontare insieme, in un unico contesto e come un unico discorso. La sostenibilità ambientale – ha concluso – è un processo che dobbiamo assolutamente percorrere ma è bene essere chiari: essa comporta enormi sacrifici sul piano economico e sociale e più restringiamo i tempi, più i sacrifici delle aziende e dei cittadini saranno maggiori».

All’assemblea pubblica di Federalimentare è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che si è rivolto alla politica e agli amministratori pubblici: «ai nostri interlocutori pubblici facciamo una domanda precisa: vi sembra che il ruolo assolutamente preminente dell’industriadi trasformazione alimentare sia riconosciuto? Del successo e del vanto del “Made in Italy” e dell’agroalimentare? La risposta la sappiamo: è No”».

Per Bonomi «eppure i traguardi dell’industria alimentare, il suo progressivo rafforzamento, come secondo comparto dell’industria italiana dopo la meccanica, non nascono oggi, non nascono nella pandemia, ma sono il prodotto degli sforzi che da anni sono sotto gli occhi di tutti».

Bonomi ha poi snocciolato i numeri delle imprese del settore dell’industria alimentare che nel 2021 «ha a portata di mano il traguardo dei 50 miliardidi export dell’agroalimentare sui mercati mondiali con un fatturato che potrebbe superare il 9% del Pil italiano».

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