Povera Monica Cirinnà, la triste senatrice Dem abbandonata dalla colf senza preavviso

Il piagnisteo immotivato di una radical chic borghese travestita da progressista che predica alla meno peggio e razzola decisamente male. 

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Anche i ricchi Dem piangono e puntuale prova arriva dalla senatrice Monica Cirinnà, esponente di quel partito Dottor Jekyll-Mr. Hyde che si chiama Partito Democratico, che predica l’eguaglianza salvo che tra le sue fila ci siano più eguali di altri, che inneggia all’equità e poi c’è chi se ne fotte e reclama solo i propri diritti, magari da sopra una bella montagna di denaro e di ricchezza.

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Bisogna comprenderla la senatrice Cirinnà, che in un momento di sconforto in un’intervista ad un giornale ormai bandiera dei radical chic si è sfogata(meglio sarebbe dire: ha sbroccato e di brutto) lamentandosi di essere stata abbandonata di punto in bianco dalla propria domestica, proprio in quei pochi giorni (una sola settimana: poareta!) di vacanza, ridotta a veduraia, lavandaia, cuoca e altre amenità del genere.

Deve essere proprio un trauma di quelli epocali quello vissuto dalla povera senatrice tradita dalla colf, «strapagata e messa in regola con i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro». Un trauma che non si capisce se sia derivato dall’averla pagata regolarmente e dall’averle corrisposto i dovuti contributi pensionistici o solo dal venale mancato preavviso. Un dramma autentico, per colei che è passata dal fronte animalista a quello del mondo Lgbt, quella che non mancava di sfoggiare in una delle tante manifestazioni a favore del mondo “altro” cartelli con messaggi del tipoDio-Patria-Famiglia: che vita di merdaimmediatamente e magicamente mutati nel mondo social, all’indomani della tragedia personale patita, in “Lavandaiaortolanacuoca: che vita di merda”. Già, perché i social non perdonano e presto o tardi gli altarini vengono a galla e ruotano come un boomerang.

Ma attorno alla senatrice Dem Cirinnà e al di lei marito, Esterino Montino, sindaco di Fiumicino che preferisce abitare nel centro di Roma, già deputato Dem, fiorisce anche un mistero su cui stanno indagando i carabinieri: durante alcuni lavori di ristrutturazione del casale che la coppia possiede in Maremma, gli operai hanno trovato nella cuccia del cane Orso un involucro con dentro 24.000 euro in biglietti da 500 eurominuziosamente arrotolati e protetti in altri contenitori. Una scoperta che ha lasciato la bella coppia Dem di sasso, tanto che si sono fiondati a sporgeredenuncia all’Arma per il fortuito ritrovamento, su cui ora si favoleggia a tutto tondo, a partire dalla comodità del giaciglio del pargolo a quattro zampe.

Di certo è che la coppia Cirinnà-Montino non è sicuramente in condizioni di disagio economico, a partire dai redditi che incassano per la loro attività meritoria di rappresentanti degli interessi del popolo: circa 300.000 euro lordi all’anno tra l’indennità di carica di senatore di lei e della pensione da ex deputato e di sindaco di Fiumicino di lui. Per non dire dei beni materiali che posseggono: oltre alla tenuta da ben 134 ettari (oltre 200 campi da calcio!) tra Orbetello e Capalbio, acquistata secondo quanto hanno riportato alcuni giornali nel 2001 dall’Ismea subentrando al vecchio proprietario pagando poco più di 700.000 euro da pagare comodamente all’Ismea (ente pubblico di sviluppo agricolo e alimentare) in trent’anni, ci sono poi altri beni agricoli per circa 10 ettari e, soprattutto, numerosi immobili inseriti nella società Monester (dai nomi della magnifica coppia) che oltre a controllare la tenuta agricola, detiene immobili acquistati sempre nel 2001 con un mutuo di oltre 1,5 miliardi di vecchie lire presso il Banco di Roma che nel 2008 è stato estinto e sostituito da un nuovo mutuo presso la Bcc di Roma per un controvalore di 1,2 milioni di euro, praticamente raddoppiando quello vecchio.

Insomma, per la coppia Cirinnà-Montino non si può sicuramente dire che avere investito nella rappresentanza dei bisogni dei più deboli ed indifesinon abbia pagato, anche al prezzo di qualche dramma come quello dell’improvviso abbandono della colf.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.cirinnà

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