Per le pesanti condanne di primo grado a seguito del crack finanziario della banca Popolare di Vicenza, l’appello era dato per scontato sia da partedei condannati che da parte delle migliaia risparmiatori truffati. Sono stati proprio quest’ultimi a dare notizia della richiesta di riforma in appello della sentenza da parte dei colpevoli.
«Sono stati depositati i ricorsi in appello di Giovanni Zonin, Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Emanuele Giustini, tra i principali imputati nell’ambito del processo relativo alla banca Popolare di Vicenza, dopo la condanna inflitta loro nel processo penale in primo grado nel tribunale berico – scrive in una nota inviata agli ex soci dell’istituto bancario, Luigi Ugone, presidente dell’Associazione di risparmiatori “Noi che credevamo in BpVi” -. Siccome non viviamo nel mondo delle fate possiamo dire che ce lo aspettavano. Allo stesso modo siamo coscienti come sui rimanenti gradi di giudizio incombasempre più grigia la prescrizione».
Per Ugone «se un processo muore per prescrizione non significa che l’imputato sia innocente: semplicemente il processo termina per una disposizione del codice di procedura penale. Tuttavia Zonin e Giustini, che lo scorso marzo erano stati condannati in primo grado rispettivamente a 6 anni e mezzo e 6 anni e 3 mesi, hanno da sempre professato la loro innocenza. Pertanto, ci aspettiamo in coerenza con quanto sempre sostenuto dagli stessi la rinuncia alla prescrizione per permettere che il processo vada avanti sino alla sentenza definitiva».
Nella nota, il presidente di “Noi che credevamo in BpVi” sottolinea che ha presentato appello anche «la banca Popolare di Vicenza contro il capo della sentenza che l’ha condannata al pagamento della sanzione pecuniaria di 364.000 euro e che ha disposto la confisca di un importo di oltre 74 milioni di euro». Infine, Ugone rende noto che «ha proposto appello anche la Procura della Repubblica di Vicenza impugnando l’assoluzione di Giuseppe Zigliotto e di Massimiliano Pellegrini».
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