Le perdite di metano in Italia accrescono i gas serra climalteranti

La Ong americana Clean Air Task Force ne documenta 25 in altrettanti impianti lungo il Belpaese.

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Le perdite di metano dalla rete di trasporto e distribuzione del gas sono più frequenti di quanto si pensi e, soprattutto, sonodecisamente più attive nel causare l’alterazione del clima per l’effetto serra.

La ong americana Clean Air Task Force, che da anni si batte per leggi più severe in materia, ha effettuato una campagna di monitoraggioanche in Europa per scoprire le cause che causano effetti con conseguenze globali, senza confini. In Italia, ne ha trovate in 25 impianti.

Il metano ha un potere climalterante decine di volte maggiore rispetto a quello dell’anidride carbonica. Costituisce il 16% dei gas serra(la CO2 è il 76%, il protossido di azoto N2O il 6%, i gas fluorurati il 2%).

Il metano emesso in atmosfera proviene per il 32% dall’allevamento del bestiame (effetto dell’attività digestiva dei ruminanti), il 23%dall’estrazione, lavorazione e trasporto di petrolio e gas, il 20% dai rifiuti (specie dalle discariche incontrollate), il 12% dall’estrazionedel carbone e l’8% dalla coltivazione del riso.

Clean Air Task Force negli anni scorsi ha spinto Canada e alcuni stati degli Usa ad adottare regolamenti più ristrettivi sulle emissioni, e ha collaborato in Messico alla stesura di una legge molto avanzata in materia e ora chiede la stessa cosa anche all’Unione europea.

L’indagine è stata svolta da James Turitto in Germania, Austria, Italia e Ungheria utilizzando una speciale telecamera a raggi infrarossi, tarata per rilevare i gas, invisibili all’occhio. Turitto ha documentato perdite di metano da impianti in Lombardia, Emilia Romagna,Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia: in particolare dagli impianti di Bordolano, Fornovo, Ripalta, Garaguso, Pineto, Sabbioncello, Panigaglia, Torrente Tona, Roseto, Ripalta, Falconara, Melizzano, Fiume Treste, Centro Oli Tempa Rossa, Candela, Moliterno, San Potito e Cotignola, Fano, Sergnano, Cavone, Minerbio, Terranuova Bracciolini, Masseria del Capitano, Gallese, Santo Stefano.

Secondo Clean Air Task Force, con politiche adeguate e tecnologie già disponibili, è possibile tagliare le perdite di metano in Europa del 70% al 2025. Un rapporto su questo gas diffuso a maggio dall’Unep (l’agenzia ambientale dell’Onu) calcolava che le emissioni causate dall’uomo potrebbero essere ridotte fino al 45% in questo decennio, abbattendo di quasi 0,3 gradi centigradi il riscaldamento globale, evitando anche 260.000 morti premature.

«Nei paesi avanzati non vengono fatte misure sistematiche sulle perdite di metano nell’atmosfera -afferma Nicola Armaroli, ricercatore del Cnr di Bologna e membro della Accademia Nazionale delle Scienze -. Ci si basa essenzialmente sulle stime fornite dalle aziende del settore gas. Ma quando si fanno campagne di misura mirate, le emissioni di metano risultano da 2 a 4 volte quelle in precedenza stimate».

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