Più della metà del vino prodotto in Friuli Venezia Giulia proviene dai vitigni della provincia di Pordenone. Il dato è emerso da una ricerca della Camera di Commercio di Pordenone.
Secondo gli ultimi rilievi disponibili e relativi alla vendemmia 2010, su una produzione complessiva di 1.364.418 ettolitri (frutto della somma di DOCG, DOC e IGT) dalle Grave e dai Magredi della Destra Tagliamento ne provengono 715.288 ettolitri, pari al 52,4% della produzione regionale.
Anche considerando il solo vino DOC, la provincia di Pordenone mantiene il suo primato: dei 565.000 ettolitri (dato regionale), tra Tagliamento e Livenza ne vengono prodotti ben 250.000, ovvero il 44%. Di questi, ne vengono messi in bottiglia circa 160.000 (il 65%), per una produzione totale di 21 milioni di bottiglie, metà delle quali prendono la strada dell’esportazione, in particolare verso i mercati di Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Nella produzione prevalgono i vini bianchi, con il 64% del totale ed il Pinot Bianco come primo vitigno (il 50%) seguito da Chardonnay, Friulano e Sauvignon. Tra i rossi, prevale il Merlot (46%) seguito dai Cabernet e dal Refosco. La filiera pordenonese del vino si compone poi di altre due importanti eccellenze. La prima è quella legata alle barbatelle di Rauscedo, le famose “radici del vino” conosciute in tutto il mondo. Gli oltre 250 coltivatori vivaisti producono più del 50% della richiesta nazionale di barbatelle per una quantità complessiva di oltre 70 milioni di innesti all’anno, esportati poi in tutto il mondo.
Altro elemento che pone il Friuli Occidentale al vertice del mondo enologico, è la realizzazione di cavatappi nell’ambito degli oggetti in metallo del distretto del Coltello di Maniago. La provincia di Pordenone è la prima in Italia per la produzione di lame e accessori, che copre il 50% del fabbisogno nazionale.