Incentivi automotive, in arrivo con il “Sostegni” Bis altri 300 milioni

250 milioni per le auto con motore termico a basse emissioni. Altri 50 milioni per l’auto elettrica. Bond: «contributi per l’auto elettrica come il cashback, da abolire o ridurre grandemente».

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Continua la politica dello “stop & go” degli incentivi alle auto nuove a basso impatto ambientale del governo Draghi che, dopo il fondo da 250 milioni della scorsa primavera, si prepara a stanziare altri 300 milioni che dovrebbero servire per gli acquisti fino alla fine dell’anno, ma che, con tutta probabilità, andranno esauriti nel giro di poche settimane.

Nell’accordo di mediazione trovato in commissione Finanze che ora dovrebbe diventare parte integrantedel decretoSostegniBis, prevista l’erogazione di altri 250 milioni di incentivi per le auto con motori termici a basse emissioni fino a 135 g/km/CO2, mentre altri 50 milioni andranno ad arricchire ulteriormenteil fondo per gli incentivi all’auto elettrica, largamente eccedentario rispetto alle richieste a differenza di quello per le auto con motori termici che si esaurisce rapidamente.

Con tutta probabilità, anche la seconda tornata di incentivi soddisferanno le richieste dei consumatori fino a settembre, massimo ottobre prossimo, con il risultato che durante l’estate, periodo solitamente di basse vendite, il mercato auto italiano ripartirà salvo bloccarsi nuovamente negli ultimi due-tre mesi dell’anno, con notevoli problemi in merito alla gestione delle attività delle case costruttrici e della rete di vendita. Con in più la beffa che per le auto elettriche, un prodotto ancora decisamente poco maturo ed ancora eccessivamente costoso nonostante il fortissimo contributo pubblico, ci sono e ci saranno tanti, troppi soldi rispetto alle richieste dei consumatori.

Logica vorrebbe che il governo Draghi risolvesse le incapacità e la demagogia della politica unificando i fondi d’incentivazione e allineando l’intervento pubblico per tutti i veicoli a basse emissioni. In quest’ottica si muove il deputato di Forza Italia, Dario Bond, che paragona gli incentivi all’auto elettrica al “cashbackrecentemente cassato proprio da Draghi in persona.

«Il premier Mario Draghi, da fine economista qual è, ha cassato il “cashbackgrillino come «regressivo», che «favorisce le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori», sottolineando anche «l’onerosità della misura». Tutte argomentazioni condivisibili senza se e senza ma – sottolinea Bond -, in quanto il “cashback” così come il reddito di cittadinanza è stata solo una mera moneta di scambio clientelare».

«Personalmente, vorrei tanto che il presidente Draghi, nella prossima tornata di incentivi al settore automotive, prendesse un’altra decisione radicale: l’abrogazione o la forte riduzione dei contributi pubbliciall’acquisto di un’auto elettrica che, nonostante i ricchissimi contributi pubblici di Stato e Regioni, rimane un consumo di nicchia e riservato a chi può spendere più degli altri cittadini per un bene che non riduce affatto l’inquinamento ambientale, limitandosi a spostarlo dalla strada alla produzione dell’energia e della batteria che la immagazzina» scrive il deputato azzurro, evidenziando come «continuare a sostenere l’auto elettrica come è stato fatto fin qui con contributi (in caso di rottamazione di una vecchia auto) fino a 8.000 euro da parte dello Stato e fino ad altri 8.000 nel caso delle Regioni, contributi che si cumulano tra loro, non hasenso sia in ordine di equità sociale che di tutela dell’ambiente».

Per Bond «il settore automotive va senz’altro sostenuto, ma questo lo si fa attuando politiche neutrali, che sostengano equamente tutti i prodotti a basso impatto ambientale. In quest’ottica, tutti i veicoli nuovi a standard Euro6 pieno devono fruire del medesimo incentivo economico, parificando l’intervento pubblicoper auto a motore termico, elettrico ed ibrido, avendo il coraggio di andare anche oltre l’attuale, ridicolasoglia dei 135 g/km/CO2 che penalizza le auto scelte dalle famiglie. I soldi risparmiati vanno indirizzativerso una vera lotta all’inquinamento che passa attraverso i 35 milioni di veicoli già circolanti sulle strade italiane (di cui 11 milioni a standard emissivo inferiore ad Euro4) che non saranno cancellati almeno nei prossimi 10 anni. Su questi la politica deve intervenire, favorendo l’utilizzo e la diffusione di biodiesel, benzinasintetica, Gpl e gas metano, sia fossile che di fonte rinnovabile. Tutto il resto è solo fuffa e sterile demagogia che danneggia, oltre all’ambiente, pure le casse pubbliche».

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