DDL Zan, la Chiesa ha messo Letta all’angolo

Il richiamo al Concordato impone all’Italia (e al Parlamento) di purgare alcuni passaggi più contestati e divisivi della proposta di legge. In caso contrario, il rischio è una bocciatura al Senato. 

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Sacri fulmini sono scoccati sul disegno di legge Zan: l’uscita con una nota ufficiale della Chiesa cattolica che critica alcuni passaggi contenuti nella proposta di legge a tutela del mondo LGBT richiamandosi a quanto contenuto nel Concordato sottoscritto dalla Repubblica italiana e lo Stato del Vaticano ha scombussolato i giochi politici del leader del Pd, EnricoStai SerenoLetta, che dell’approvazione della DDL San fatta da un suo esponente ne ha fatto una bandiera. Bandiera che rischia di ammainare repentinamente se Letta continuerà ad andare dritto sulla sua strada senza aprire alle richieste del mondo cattolico (e anche di buona parte del suo Partito Democratico) e delle opposizioni.

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I motivi del contendere sono sempre legati ad alcuni passaggi contenuti nella proposta di legge che, nel presupposto di tutelare il mondo LGBT, finiscono per ledere i diritti di tutti quelli che non ne fanno parte, ad iniziare dagli esponenti del mondo cattolico e delle scuole paritarie. Per non parlare anche di concetticome la famiglia tradizionale o della procreazione naturale che sono in contrasto frontale con lo scenario delineato da alcuni passaggi della norma.

A Letta è stato chiesto di fare alcune modifiche improntate al buon senso, ottenendone un sonoro picche. Il leader Dem sempre più meno sereno, nel suo tirare dritto sul testo già approvato alla Camera, rischia di andare a sbattere clamorosamente al Senato e l’ennesima batosta potrebbe essere quella che potrebbe porre la parola fine alla sua esperienza di leader di un partito già in ebollizione.

La politica è l’arte della mediazione e del possibile: oggettivamente, alcuni passaggi del Ddl Zan sono eccessivamente partigiani e nello sforzo di difendere e promuovere un certo settore della società rischiadi colpevolizzare a prescindere tutti gli altri. Cosa che non è accettabile.

Lo Schiacciasassi” comprende che Letta si è intestato questa battaglia per non perdere una fetta di elettorato importante per il suo partito, ma per una battaglia di parte non può rischiare di legare il nome suo e del suo deputato a una legge che ha la quasi certezza di venire cassata dalla Corte costituzionaleappena dopo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ne vale la pena? Molto meglio arrivare ad una trattativa con la Chiesa e con le opposizioni, per approvare una buona legge, anche se ciò comporterà qualche mese di lavoro in più.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.ddl zan

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