La rappresentante per il Commercio statunitense, Katherine Tai, ha confermato che Stati Uniti e Unione Europea hanno raggiunto un accordo sul caso Boeing-Airbus, sospendendo per cinque anni i dazi reciproci, nel tentativo di permettere una soluzione definitiva sulla questione dei sussidi alle due società aerospaziali. I sussidi saranno poi ristabiliti se le aziende statunitensi «non potranno competere in modo equo» con quelle in Europa, ha spiegato Tai.
La controversia sugli aiuti pubblici ad Airbus e Boeing da parte degli stati Ue e dal governo statunitense dura da 17 anni. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto di essere «fiduciosa che troveremo un accordo oggi sul dossier Airbus-Boeing nelle discussioni con i nostri amici americani». Ue e Usa avevano già deciso due mesi fa di sospendere i dazi per 4 mesi fino all’11 luglio.
Gli Usa erano stati autorizzati dall’Organizzazione mondiale del commercio a imporre dazi per 7,5 miliardidi dollari (6,8 miliardi di euro) su beni e servizi Ue nell’ottobre 2019. Dopo un anno l’Organizzazione del commercio autorizzo la Ue a tassare per 4 miliardi le esportazioni americane. Dovrebbero essere bloccati anche i dazi relativi alla controversia su acciaio e alluminio. Respira l’agroalimentare italiano, fortemente colpito dai dazi soprattutto nel comparto dei vini e dei formaggi.
«Una tregua che vale 500 milioni di euro per il “Made in Itay” agroalimentare – afferma Luigi Scordamaglia consigliere delegato di Filiera Italia -. Un nuovo corso che libera le nostre grandi eccellenze – Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello – da una scure che pesava per il 25% del loro valore».
Una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo a tutto il settore agroalimentare che vede negli USA il primo mercato extra Ue e il secondo sbocco mondiale dietro alla Germania. Un rapporto di scambi che vale 5 miliardi di euro ma che all’inizio dell’anno aveva perso 2 punti percentuale, anche a causa delle misure imposte nell’ottobre del 2019 da Trump.
«Ci auguriamo che lo stop ai balzelli daziari dia una nuova spinta propulsiva ai nostri prodotti e rappresenti il primo anticorpo al fenomeno dell’“Italian sounding” che ancora oggi – sottolinea Scordamaglia – vale soloin USA vale più di 20 miliardi di euro».
Coldiretti rilancia sul fronte russo, altro settore dove l’agroalimentare italiano subisce una forte penalizzazione per via dei dazi alle esportazioni. «Il vertice di Ginevra può essere l’occasione per superare l’embargo deciso da Mosca con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’Unione Europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina, che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia – afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -. In un momento difficile per l’economia mondiale a causa della pandemia Covid occorre ritrovare la via del dialogo superando le guerre commerciali per accompagnare la ripresa mondiale».
L’agroalimentare italiano – spiega Coldiretti – è l’unico settore colpito direttamente dall’embargo di Putinche ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura. Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il “Made in Italy”, realizzati in Russia o nei Paesi non colpiti dall’embargo.
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