Regione del Veneto, per il 2013 il bilancio dimagrisce di 1,3 miliardi di euro

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Veneto presidente commissione bilancio costantino toniolo pdl 1Iniziato l’iter d’esame in Consiglio regionale con la discussione in seno alla Commissione bilancio

Quello del 2013 non è un buon bilancio per la regione Veneto, visto che perde 1,3 miliardi (oltre il 10% dell’intera disponibilità) tra riduzione delle spese soggette al patto di stabilità e contenimento della spesa sanitaria. Questa la premessa, posta da Costantino Toniolo, presidente della commissione Bilancio, nel dare avvio – con la relazione di apertura – alla discussione in Consiglio regionale del bilancio di previsione 2013 e della legge finanziaria della Regione Veneto. Una manovra che quest’anno vale poco più di 12 miliardi di euro (escluse le partite di giro), per il 70% dedicati alla sanità: il fondo per il finanziamento del sistema sanitario regionale assorbe infatti 8,35 miliardi. Voce su cui pesa in maniera evidente quest’anno l’effetto dei minori trasferimenti statali, della contrazione delle entrate e dei vincoli posti dal patto di stabilità.

Anche il fondo sanitario regionale, tradizionalmente sempre in aumento, per la prima volta quest’anno sconta un taglio di 90 milioni. Spariscono pure i finanziamenti statali per il trasporto pubblico locale, accentrati nel fondo unico nazionale di 4,9 miliardi al quale dovranno attingere tutte le regioni. Le risorse a libera destinazione per il Veneto nel 2013 – ha spiegato Toniolo – non arrivano a un miliardo, per l’esattezza ammontano a 993 milioni di euro, circa il 25% in meno rispetto alle disponibilità dello scorso anno.

Toniolo ha ripercorso le grandi cifre di spesa preventivate dalla Regione per il 2013: a sanità e sociale quasi 8,8 miliardi di euro, per la mobilità regionale (infrastrutture) 759 milioni, per l’istruzione e la formazione 425 milioni, per la salvaguardia di Venezia e della laguna 250 milioni, per le politiche per la casa 174 milioni, per la tutela del territorio 132 milioni, per il lavoro e l’occupazione 119 milioni, per l’agricoltura 98 milioni, per le piccole e medie imprese 71,4 milioni, per l’energia 43,4 milioni, 23,5 per il turismo, 6,7 per il commercio, 3,4 per promozione e fiere. Sul fronte ambientale sono previsti 70 milioni per le politiche per l’ecologia, 46,7 milioni per il ciclo integrato delle acque, quasi 52 milioni per la protezione civile. I fondi destinati alla cultura ammontano a 16,8 milioni di euro, allo sport e il tempo libero sono assegnati 1,8 milioni. Infine per pagare interessi e oneri per mutui e prestiti sono previsti 584 milioni, per il personale, le sedi e le spese di funzionamento della Regione 223 milioni e per il funzionamento di Giunta e Consiglio 53,4 milioni.

“I numeri sono indicativi delle grandi difficoltà nelle quali si muove la Regione Veneto – ha sottolineato Piero Ruzzante (Pd), nella relazione di opposizione – che per il secondo anno consecutivo arriva in ritardo ad approvare il bilancio, ultima in classifica tra le regioni italiane, mettendo così in difficoltà imprese, lavoratori, associazioni ed enti che lavorano in convenzione, in ultima analisi, i cittadini del Veneto”. Per il vicepresidente della commissione Bilancio, di fronte alla ristrettezza di risorse e ai tagli di trasferimenti, sarebbe stato necessario azzerare il vecchio impianto del bilancio e reimpostarne le voci di spesa per fare una vera revisione della spesa e individuare le priorità di intervento.

Autostrada A31 inaugurazione 1 tratto luca zaia 1Nel suo intervento in Consiglio regionale, il presidente del Veneto Luca Zaia ha deto “siamo reduci da una sostanziale rapina da parte del Governo, da cui usciremo con grosse difficoltà, perché la verità è che in tre anni passiamo da un miliardo e 600 milioni di spese libere all’attuale miliardata e la capacità d’investimento è passata dai 596 milioni del 2010 agli zero attuali. Ciò nonostante, non rinunciamo alle opere pubbliche e a dare risposte ai veneti”. Non solo: “non è vero – ha proseguito Zaia – che in questo bilancio non ci siano risposte, basta pensare ad esempio al trasporto pubblico locale, alla formazione, al sociale o alla sanità. Ma è anche vero che restano problemi concreti, visto che l’impossibilità di operare si traduce nell’autentica vergogna del patto di stabilità, che l’Europa certo non ci ha detto di applicare, chiedendo solo di puntare al pareggio di bilancio. E ora l’ulteriore novità e che le Corti dei Conti iniziano ad impugnare gli sforamenti con l’accusa di danno erariale. Questa contrazione deriva poi da scelte sbagliate del Governo e, soprattutto, dal fatto che si fanno pagare ancora una volta gli sprechi degli altri ai Veneti. Il vero problema non è più il centralismo, ma il dirigismo”. Zaia ha quindi assicurato che non ci saranno nuove tasse (“piuttosto questa Amministrazione va a casa”), indicando la sfida degli immobili da vendere e ribadendo anche l’intenzione di chiudere “quelle società che hanno bilanci solo per pagare le indennità”.