Al Mart prosegue la linea di indagine che pone a confronto artisti e movimenti di epoche diverse, superando i confini temporali e protagonista indiscusso del “suo tempo e del nostro tempo” è Sandro Botticelli presente a Rovereto con un significativo nucleo di capolavori come Pallade e il Centauro, proveniente dagli Uffizi di Firenze, la Venere della Galleria Sabauda di Torino e il Compianto di Cristo in prestito dal Museo Poldi Pezzoli di Milano.
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È un’arte senza tempo che valica i limiti cronologici e supera le definizioni accademiche quella che Vittorio Sgarbi propone al Mart. In collaborazione con Associazione MetaMorfosi, la mostra muove dal progetto scientifico di Alessandro Cecchi, studioso e direttore della Fondazione Casa Buonarroti a cui si affianca la curatela di Denis Isaia, responsabile del contemporaneo e del public program del Mart.
Il percorso è costituito da tre sezioni che presentano in modo chiaro ed esaustivo la figura e l’opera di Botticelli, tra i prediletti di Lorenzo il Magnifico.
I capolavori in mostra danno conto delle diverse fasi della vita dell’artista: autentico interprete dei profondi mutamenti sociali, politici, culturali e artistici che si registrarono a Firenze nella seconda metà del Quattrocento, Botticelli negli ultimi anni attraversò una crisi esistenziale e religiosa e divenne devoto seguace delle idee del predicatore domenicano fra Girolamo Savonarola.
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