Fisco, in Trentino ancora “cartelle pazze”

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claudio civettini 1L’Agenzia delle Entrate riconosce l’errore, ma invita comunque a pagare e a chiedere contestuale rimborso. Civettini: “atteggiamento mostruoso ed irrispettoso del Fisco nei confronti dei cittadini considerati solo sudditi paganti”

Ancora casi di “cartelle pazze” da parte del Fisco italiano. Questa volta tocca all’Agenzia per le entrate di Trento che ha però riconosciuto tempestivamente i propri errori. Fin qui, tutto finirebbe nel bene se non fosse per un dettaglio nulla affatto trascurabile: anche se le cartelle esattoriali sono errate, queste vanno comunque pagate e poi tocca al contribuente chiedere il rimborso di quanto pagato sulla base di un titolo errato. Semplicemente diabolico!

Della videnda si è accorto l’esponente della Lega Nord in Consiglio provinciale di Trento, Claudio Civettini che quando ha ricevuto la copia di una lettera inviata ad un contribuente che non credeva a quanto scritto ha stilato un’interrogazione agli organismi competenti. Nella sua lettera, l’Agenzia delle entrate recita testualmente: “Spettabile Cliente, con riferimento alle comunicazioni d’irregolarità che vengono notificate in questi giorni relativamente ai modelli 770/2012 anno 2011, in merito ai tributi con indicazione dell’anno d’imposta 2010, l’Agenzia delle Entrate di Trento, a seguito di un nostro interpello, ci ha comunicato che l’emissione di tali avvisi bonari è imputabile ad un errato incrocio fatto dall’Agenzia dei dati presenti in dichiarazione, con i versamenti effettuati. Nonostante tale inconveniente sia imputabile all’Agenzia delle Entrate, è obbligo entro il termine di 30 giorni dalla data di ricevimento sanare l’irregolarità. La scrivente è a disposizione per ottenere lo sgravio dell’avviso bonario e la relativa dichiarazione di regolarità”.

“Questo il testo preciso, che nella sua parte finale, laddove invita a sanare in ogni modo l’errata irregolarità, sembrerebbe rasentare l’incomprensibile – per usare un eufemismo e evitare giudizi ben più pesanti! sbotta Civettini – poiché, se errore vi è stato, non è certo comprensibile, perche le Aziende, già in grosse difficoltà, dovrebbero assecondare l’errore, per poi recuperare in un secondo momento quanto versato”. Insomma, pagare per un errore altrui e poi chiedere il rimborso che verrà liquidato con il giusto comodo da parte del Fisco. E pazienza se aziende e contribuenti che si sono visti recapitare la cortese comunicazione del Fisco hanno penuria di liquidità.

Civettini critica questa “duplicità” di trattamento da parte dell’Agenzia delle entrate: “davvero strano questo modo di fare, dove si ‘manganella’ duramente il contribuente quando è questi a sbagliare anche per banali quisquilie, mentre in caso di errori della burocrazia, prima si sana e poi si rivendica. Se così letta, saremo di fronte ad una giustizia fiscale che rasenta la follia e considera i cittadini, gli utenti, i contribuenti, sudditi obbedienti e doverosamente ossequenti”.

Civettini tira in ballo la provincia di Trento che, a seguito del “Patto di Milano” tra l’Autonomia e lo Stato, accorda alla Provincia un preciso mandato sul tema, che, in teoria, ha la responsabilità sulla gestione del fisco locale e, dunque, è in grado di intervenire immediatamente, anche su questi errori, “che non devono e non possono essere fatti pagare ai cittadini” dice il consigliere che giudica “una posizione incettabile l’invito a sanare l’eventuale errata posizione notificata, poiché crediamo fermamente che, nel caso, chi ha generato l’errata emissione di avvisi bonari (ma esecutivi!), debba trovare in se e nella propria organizzazione, lo storno delle cifre messe a ruolo, senza scaricare sui contribuenti il frutto dei propri errori”.