Il cammino dell’autonomia differenziata, finito sul binario morto sotto la gestione dell’ex ministro Dem Francesco Boccia, è stato rimesso sul binario di marcia grazie all’interessamento del deputato padovano della Lega, Massimo Bitonci, che ha fatto passare in seno alla commissione Bilancio della Camera dei deputati un paio di passaggi strategici che sono poi stati adottati nella risoluzione votata a larghissima maggioranza dalla Camera relativa al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Con l’intuizione di Bitonci, il Governo Draghi non potrà non tenere in conto della posizione votata dall’Assemblea dei deputati, e lo stesso nuovo ministro agli Affari regionali, l’azzurra Maria Stella Gelmini, dovrà farsene parte attiva per arrivare all’approvazione di una legge delega che porti finalmente alla completa attuazione dell’art. 116, III comma, della Costituzione, così come auspicato dal voto referendario di quei milioni di cittadini Veneti e Lombardi dell’ormai lontano ottobre 2017.
Non solo: sempre su proposta di Bitonci, la Commissione bilancio ha fatto proprio – e inserito nella risoluzione approvata dalla Camera – un altro passaggio molto importante riguardante l’utilizzo dei 206 miliardi del piano finanziato dall’Unione europea: le risorse del Pnrr saranno sì ripartite tra i vari territori sulla base dei fabbisogni standard e dei livelli essenziali di prestazione (un sistema di calcolo che privilegia la capacità dell’azione gestionale, evitando che, ad esempio, una siringa costi anche 100 volte in più rispetto alla realtà più virtuosa), ma le regioni che saranno meno efficienti nella spesa si vedranno private delle risorse non utilizzate che saranno riassegnate alle realtà più efficienti nel pieno rispetto del principio della virtuosità dell’azione di programmazione e di spesa. Di qui, sempre nell’ambito dell’autonomia differenziata, uno stimolo a correre e a recuperare la capacità d’impiego delle risorse pubbliche che in tante, troppe regioni d’Italia sono spesso sprecate in mille rivoli spesso per alimentare fameliche clientele dei partiti di governo locale.
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